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mercoledì, Aprile 24, 2024

Election day. La mina delle politiche e l’incognita delle elezioni regionali: tutti corrono verso Roma

AperturaElection day. La mina delle politiche e l’incognita delle elezioni regionali: tutti corrono verso Roma

di PASQUALE DI BELLO

L’associazione delle regionali con le politiche in una sola data sta creando sconquassi. L’incertezza del quadro politico interno sta inducendo molti dei protagonisti ad optare per la più comoda sponda romana. Sarebbero molti, sia nel centrodestra che nel centrosinistra, a vedere un seggio in Parlamento come l’occasione per uscire da una mischia regionale che potrebbe fare vittime eccellenti.

Mancava solo questa: l’election day. Adesso il quadro delle questioni molisane è, se possibile, ancora più complesso di prima. E la ragione è molto semplice: molti tra i papaveri e le margheritine che pensavano di fiorire sull’uno e sull’altro praticello, saranno costretti a optare per una sola delle due corse. O a Palazzo Moffa o, alternativamente, a Palazzo Madama e Montecitorio. La possibilità di giocare la prima gara, vedere come va e poi magari calare la carta di riserva, è definitivamente tramontata.

Il primo a trovarsi in ambasce grazie – si fa per dire – all’election day è proprio il governatore uscente, Michele Iorio. La sua è sempre stata una gara sulle regionali, non essendo mai trapelata l’intenzione di correre per le politiche, tuttavia oggi la cosa potrebbe essere riconsiderata. Se Iorio non ha mai accennato al Parlamento, è stato sempre perché l’ha considerata una subordinata da tenere lì a portata di mano, pronta da utilizzare qualora il precedente risultato delle regionali fosse stato per lui negativo. Ora però, sovrapponendosi le due elezioni, l’uscita di sicurezza parlamentare appare sbarrata. Non è da escludere, tuttavia, che egli possa riconsiderarla spiazzando tutti e gettando nel panico l’intero centrodestra che non saprebbe a chi affidarsi qualora Iorio decidesse di cambiare obiettivo.

Stesse considerazioni possono farsi a sinistra, dove sono in tanti ad avere lo stesso problema di collocazione o, se preferite, di opzione. Anche in casa progressista c’è chi è costretto a mirare e fare centro con un solo colpo. Prendiamo la coppia Ruta-Leva, entrambi interessati a un seggio nella Capitale: anche loro devono fare bene i conti. Intanto con le primarie per la scelta dei candidati in Parlamento. Bersani, se resta fermo l’election day al 17 febbraio, le ha fissate per il 29 e 30 dicembre. Così il giorno dopo, insieme alle scarpe e ai piatti vecchi, sapremo pure di chi fare a meno del Pd nel 2013. Ruta e Leva – questa è la nostra impressione – rischiano qualcosa, se non proprio l’osso del collo. Il fatto che i due abbiano garantito con i loro pacchetti di voti il successo di Bersani in Molise, non vuol dire che essi possano automaticamente contare su un elettorato a loro favorevole: una cosa è chiedere il voto per il segretario nazionale del partito, altra è chiederlo per se stessi. Non sappiamo su quanti amici Leva e Ruta possano contare ma, per certo, sappiamo che possono invece contare su molti nemici interni. Ad esempio, la coppia Facciolla – Fanelli (i principali sponsor istituzionali di Paolo Di Laura Frattura) che faranno? Non è da escludere che uno dei due (probabile la Fanelli) decida di affrontare le primarie per il parlamento con esiti al momento imprevedibili.

Insieme a Iorio, Ruta e Leva, c’è anche qualcun altro che potrebbe mettersi in coda alla biglietteria per Roma: Paolo Di Laura Frattura. Anche su di lui si rincorrono le voci di chi, pur di toglierselo dai piedi, sarebbe disposto ad offrirgli un seggio in Parlamento, opzione che l’ex presidente della Camera di commercio potrebbe prendere in considerazione in caso la situazione in Molise per lui precipitasse.

Poi ci sono tutti gli altri, specie nel centrodestra, quelli che vedono Roma e il Parlamento come un soggiorno termale da cui ritemprarsi dopo lunghi anni in Regione. Primi della lista, Gianfranco Vitagliano e Filoteo Di Sandro. Entrambi hanno già detto apertamente che pensano di trasferirsi all’ombra del Cupolone, tuttavia dovranno fare i conti con le dinamiche interne del Pdl e con gli sconquassi dovuti alla schizofrenia politica berlusconiana. Se infatti nel Pd saranno le primarie ad attutire gli effetti del porcellum, nel Pdl antidoti non ve ne saranno. I giochi quindi si svolgeranno nelle segrete stanze romane e c’è da credere che non mancheranno attentati, avvelenamenti, coltellate e cadaveri eccellenti.

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