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giovedì, Marzo 28, 2024

Iorio e Frattura contano amici e nemici. Il governatore riunisce la maggioranza ma è bufera sulla sua candidatura

AperturaIorio e Frattura contano amici e nemici. Il governatore riunisce la maggioranza ma è bufera sulla sua candidatura

Sono iniziati tatticismi e macchinazioni tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra. Iorio ha riunito la sua maggioranza consiliare tenendo per ora fuori i partiti. Nella riunione tenuta in via Genova ha ribadito a chiare lettere che il candidato sarà lui, un fatto che non è sceso giù a Ulisse Di Giacomo, coordinatore regionale del Pdl, che ritiene invece centrale il ruolo dei partiti e della coalizione. Sul versante del centrosinistra l’entusiasmo per il ritorno alle urne è smorzato dal veto di Massimo Romano su Paolo Di Laura Frattura: non può essere lui il candidato alla presidenza, dice il leader di Costruire democrazia.

Atmosfera da cupio dissolvi quella che si respirava in serata a via Genova, sede della Giunta regionale, dove alla spicciolata e sotto una pioggia battente si è succeduto il mesto arrivo dei consiglieri regionali convocati da Iorio. Riunione di maggioranza per comunicare a tutti la sua candidatura. All’arrivo le bocche di tutti sono cucite col fil di ferro ma le facce, quelle sì, parlano eccome. Facce scure, tirate, atterrate e atterrite da una stagione che forse è arrivata alla sua conclusione. Almeno per molti, non certo per lui, Iorio, che ha deciso di riprovarci. Deve però fare la conta, non essendo sufficiente una sua deliberata volontà di candidatura a farne il candidato migliore. Sono in molti quelli che covano dubbi e tra questi, primo tra tutti, il coordinatore regionale del suo stesso partito, Ulisse Di Giacomo. Ma Iorio un partito ce l’ha ancora o sta meditando altre vie? Vie di uscita o, come dice sempre Di Giacomo, vie di fuga? Sta di fatto che il governatore da quest’estate ha fatto sapere che i partiti e i recinti di coalizione sono superati perché troppo stretti. E’ in gioco, dice, l’autonomia del Molise e bisogna guardare oltre. L’impresa, tuttavia, è difficile. L’aria è di rassegnazione e il clima è quello di chi va verso una sorte ineluttabile, sembra di essere a Salò nell’aprile del ’45: si combatte l’ultima battaglia. “Dobbiamo morire con chi abbiamo”, dice fuori verbale uno dei partecipanti. Altri, al quarto piano di via Genova, invece dicono “Vinceremo!”, convinti di poter conquistare per la quarta volta il governo della Regione. Quando Iorio arriva al tavolo della riunione, ha già parlato alle televisioni e ha detto a chiare lettere che non solo è disponibile ma che la sua è una precisa determinazione a candidarsi. Con o senza i partiti. Anzi, par di capire, preferibilmente senza. “Li sentirò più avanti”, dice, come se si trattasse di una fastidiosa incombenza. L’unico accenno preciso che fa è per l’Udc che potrebbe essere sedotta dalle sirene del centrosinistra che cantano ogni giorno sempre più forte. Per i centristi si è concluso un percorso che potrebbe sganciarli da Iorio, anche se il governatore è fiducioso perché, dice, “in Molise non ci sono le condizioni che in altri luoghi hanno portato l’Udc ad allearsi alla sinistra”. C’è poi per Iorio da sciogliere anche l’incognita Adc e Udeur: Pietracupa e Niro non sembrano tra i più convinti della sua autocandidatura. Pietracupa potrebbe essere mosso da una legittima aspettativa, quella di succedere a Iorio, mentre Niro potrebbe staccare la spina al governatore facendogli così pagare dazio per un assessorato che all’Udeur è stato sempre promesso e sempre poi negato. Alla fine dell’incontro, quando i consiglieri escono, trapelano le prime indiscrezioni che parlano di una vera e propria notte di Halloween per Iorio, popolata di spettri. Sembrerebbe che salvo pochissime eccezioni, quasi tutti i partecipanti si siano espressi negativamente verso una riproposizione del governatore. Acque quindi agitatissime nel centrodestra.

Anche sul fronte del centrosinistra la situazione è in continua evoluzione, ma il clima è totalmente diverso. A darne una plastica rappresentazione l’altra sera, nel corso dell’assemblea regionale del partito, era la faccia di Roberto Ruta (presidente del Pd) che sembrava reduce da una vittoria allo Zecchino d’Oro. Per un partito che si stava riducendo a quattro gatti, la prospettiva di tornare a “quarantaquattro” (come nella famosa canzone) non è cosa da poco. Come da poco non sono gli ostacoli da superare, a cominciare dal “niet” categorico di Massimo Romano a una nuova candidatura di Paolo Di laura Frattura. Troppe le similitudini tra Frattura e gli attuali governanti, dice il leader di Costruire democrazia. Frattura, da parte sua, incassa e contrattacca definendo Romano come una sorta di “rottamatore di se stesso”. In parole povere uno sfasciacarrozze di cui si può fare anche a meno. Della stessa opinione, però, non sono i vertici del Pd e Danilo Leva, segretario regionale, dice apertamente che la coalizione non può fare a meno di Costruire democrazia. Un bel rompicapo: Romano non vuole Frattura ma vuole il Pd, il Pd vuole Romano e vuole pure  Frattura. Una situazione di stallo che potrebbe diventare pericolosissima per Frattura se gestita male. Anche perché i competitori pronti a prenderne il posto stanno dietro l’angolo. Una potenziale alternativa potrebbe essere quello del sindaco di Riccia, Micaela Fanelli, che pur avendo garantito il suo appoggio ad una rinnovata leadership di Frattura non esiterebbe a prenderne il posto qualora il nome di quest’ultimo venisse bocciato.

Da qui alla fine di gennaio, o inizi febbraio (data delle elezioni), ne vedremo di cose cambiare e mutare di pelle e colore. La probabile data delle elezioni dovrebbe cadere nei primi quindici giorni di febbraio e la conta di amici e nemici non subirà soste. Iorio da una parte e Frattura dall’altro saranno condannati alla conta sino all’ultimo giorno.

 

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