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martedì, Aprile 30, 2024

Zuccherificio: a rischio la campagna. Non ci sono bietole

AttualitàZuccherificio: a rischio la campagna. Non ci sono bietole

Campagna estiva dello Zuccherificio ancora in forte dubbio. Manca infatti la materia prima e cioè le barbabietole. Lo scorso anno di questi tempi c’erano 4.500 ettari seminati, oggi nemmeno uno. La Regione negli scorsi mesi aveva deciso di non avviare proprio i contratti per le semine autunnali. Una scelta che ora la fabbrica rischia di pagare grosso. Perchè i tempi per quelle primaverili sono veramente strettissimi. Lo sa bene Diego Volpe Pasini che da giorni incontra freneticamente gli agricoltori per infondergli fiducia e per convincerli a mettere le barbabietole nei loro campi. E’ arrivato l’ok dalle Marche, dalla Puglia e dall’Abruzzo ma l’obiettivo è abbattere i costi di trasporto e dunque si punta tutto sui campi del Molise. Per questo nei giorni scorsi Pasini ha riunito anche i sindaci della zona. “Il mondo agricolo è al centro di questa fabbrica” aveva detto, e la prova è data anche dalla riattivazione dell’ufficio agricolo all’interno dello Zuccherificio, che ora conta tre dipendenti ma che nei progetti ne prevede 15. Sarà punto di riferimento per coltivatori che avranno supporto gratuito su tutto. Proprio quell’ufficio che invece era stato chiuso dall’ex manager Alberto Alfieri, in una logica di tagli a prescindere. Ora però la campagna è seriamente a rischio. Le Rsu di Cgil, Cisl e Uil si dicono preoccupate per le mancate risposte da parte del presidente Frattura e del ministro Martina a cui è stato chiesto un incontro già lo scorso 19 gennaio. “Noi chiediamo lavoro e continuità, non cassa integrazione. Per questo facciamo appello a tutte le istituzioni, al nuovo amministratore Cianciosi e anche al giudice D’Alonso – scrivono in una nota congiunta – per dare una mano concreta affinché si dia il via alle semine questa settimana, altrimenti diventerà tardi e tutta la filiera sarà destinata alla morte”. Sarebbe la prima volta in 44 anni che verrebbe fermata la produzione, una possibilità che i lavoratori non vogliono nemmeno immaginare.

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