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lunedì, Giugno 9, 2025

Lavoro, si chiude l’annus horribilis “Ma il prossimo andrà peggio”

FocusLavoro, si chiude l'annus horribilis "Ma il prossimo andrà peggio"

Il peggio deve ancora arrivare. Per l’occupazione il 2012 è stato un anno orribile, ma i prossimi non saranno affatto meglio. Non siamo ancora fuori dalla recessione e quando, prima, si allenterà la discesa del Pil e poi ripartirà l’economia, i tassi di crescita saranno talmente bassi (ben lontani dal 2%) da non essere in grado di produrre un significativo incremento dell’occupazione. Il tasso di disoccupazione ha toccato l’11,1%, in un solo anno un balzo del2,3 %. Ci sono quasi tre milioni di italiani che cercano lavoro e che non lo trovano. Il 36,5% dei giovani non ha lavoro. E tra i tre milioni di precari quasi tutti sono giovani. Resta stabile l’occupazione di uomini e di donne nella fascia di età matura.
Non ci sono ricette magiche. Dalle risposte che quattro esperti (il sociologo Luciano Gallino, l’economista Pietro Garibaldi, il giuslavorista Pietro Ichino e il Chief economist della Confindustria, Luca Paolazzi) hanno dato alle domande di Repubblica.it, si capisce che chi cerca un’occupazione deve fare i conti anche con i difetti strutturali del nostro mercato del lavoro. Paghiamo le scelte non fatte nei decenni passati e la riforma Fornero non è affatto in grado segnare un cambiamento di rotta.

1) L’aumento della disoccupazione è certamente dovuto alla recessione che ha colpito l’Europa. Ci sono però delle specifiche cause italiane?

Luciano Gallino: “Sì, c’è una specificità italiana. E ha a che vedere con il deterioramento della struttura industriale, cominciata molti anni fa, e che ci vede agli ultimi posti in Europa quanto a presenze di grandi aziende. Che sono poi quelle che possono fare ricerca, sviluppo e formazione. Ma anche quelle che pesano sulle esportazione e sulla bilancia commerciale”.

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