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mercoledì, Dicembre 17, 2025

FIOM, UILM E FIM-CISL: Sindacati uniti per chiedere risposte all’Europa

Ambiente e territorioFIOM, UILM E FIM-CISL: Sindacati uniti per chiedere risposte all'Europa

La decisione dell’Unione Europea di modificare la norma che prevedeva lo stop ai motori endotermici entro il 2035 fa venir meno tutti gli alibi che in questi anni sono stati utilizzati per giustificare la mancanza di investimenti nel settore automotive in Italia. Ora Stellantis non ha più scuse: deve investire nel nostro Paese e rilanciare la produzione industriale. Per quanto riguarda i nostri territori, è indispensabile potenziare lo stabilimento di Termoli, attraverso l’introduzione di nuove produzioni di motori, capaci di rivitalizzare il sito e garantire prospettive occupazionali. In questo quadro non può e non deve essere esclusa la possibilità di riavviare il progetto della Gigafactory, anche alla luce del fatto che l’Europa ha stanziato oltre un miliardo di euro per la realizzazione di batterie. Per l’Abruzzo, e in particolare per l’ex Sevel, Stellantis deve presentare un piano industriale chiaro e vincolante per la realizzazione del nuovo Ducato, con investimenti adeguati a garantire continuità produttiva, occupazione e qualità del lavoro. In questo contesto non ci sono più scuse. Il Governo deve assumersi fino in fondo la propria responsabilità, convocando Stellantis e le parti sociali per esigere un piano di investimenti concreti e verificabili. È inoltre necessario coinvolgere le Regioni, affinché possano attivare percorsi di supporto all’ammodernamento dell’indotto, favorendo anche processi di diversificazione produttiva. Venuto meno l’alibi del 2035, la questione è ormai chiara: o Stellantis investe seriamente in Italia sull’automotive, oppure emerge con evidenza che l’azienda ha un piano di uscita dal nostro Paese. Una prospettiva che la Fiom non è disposta ad accettare e che contrasterà con ogni strumento sindacale e di mobilitazione necessario.

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