
Oltre ad avere un rilevanza storica, la biblioteca molisana fu istituita nel 1861, per oltre un secolo ha rappresentato il punto di riferimento degli studiosi, degli appassionati di lettura e degli studenti di Campobasso e non solo.
Di proprietà della Provincia, oggi passata al Ministero dei Beni culturali, si sviluppò dal 1882 in poi grazie alla cospicua donazione di Pasquale Albino, del quale ha in seguito conservato in nome.
Con gli oltre 130mila volumi, manoscritti e tante altre opere, compresi disegni e stampe, la biblioteca ha chiuso i cancelli di via Garibaldi e di via D’Amato da tanto, troppo tempo.
Nei mesi scorsi la protesta popolare è culminata con una manifestazione proprio davanti a uno degli ingressi.
La lunga querelle per la riapertura, è passata attraverso un conflitto di competenze e un rimbalzo di responsabilità che alla fine ha avuto come unico epilogo quello di far arrugginire i lucchetti ai cancelli.
Oggi, che la biblioteca è diventata di proprietà del Ministero dei Beni culturali, si riapre la possibilità di rivedere finalmente le persone tornare a prenotare un libro, a consultare un vecchio periodico a studiare una pergamena.
Da palazzo San Giorgio è pronta la proposta, concordata dalla sindaca Marialuisa Forte e dell’assessore alla cultura Adele Fraracci, di offrire in comodato al ministero la sede dell’ex Mattatoio di via Tiberio, appena restaurato e rimesso a nuovo.
Per ora i contatti tra il Comune di Campobasso e via del Collegio Romano sono avvenuti solo verbalmente. Dopo le riunioni preliminari, tra Comune, Regione e Provincia, si è giunti alla decisione condivisa di preparare una richiesta ufficiale da inviare a Roma.
Già la prossima settimana, l’offerta della nuova sede per una eventuale riapertura della biblioteca Albino dovrebbe essere sul tavolo del ministro Giuli.


