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venerdì, Giugno 27, 2025

Gravina (M5S): “Fondi di coesione usati per il riarmo? È un furto politico ai danni del Sud”

AttualitàGravina (M5S): “Fondi di coesione usati per il riarmo? È un furto politico ai danni del Sud”

«Dall’Europa arriva un segnale preoccupante: i fondi di coesione, nati per ridurre le disuguaglianze territoriali e dare respiro alle aree più fragili del continente – tra cui il Sud Italia – vengono dirottati verso la spesa militare. Un’operazione scriteriata che porta la firma politica di Fratelli d’Italia e che compromette anni di investimenti sociali e infrastrutturali nei nostri territori».

A dichiararlo è Roberto Gravina, coordinatore nazionale Enti locali del Movimento 5 Stelle, commentando l’approvazione in Commissione Affari regionali del Parlamento europeo della revisione di medio termine della politica di coesione, che prevede l’utilizzo di queste risorse per finanziare la difesa comune.

«Questa scelta non è solo inaccettabile sul piano etico – continua Gravina – ma rappresenta un vero e proprio tradimento delle comunità locali. Mentre per le spese militari l’Europa garantisce copertura al 100%, su sanità, scuola e occupazione si continua a chiedere il cofinanziamento statale, aprendo la strada a tagli, ritardi e sprechi. È il trionfo della logica del doppio standard: si sottraggono risorse alla crescita e alla coesione per alimentare una corsa al riarmo che molti cittadini non condividono».

Gravina sottolinea come il Mezzogiorno, da sempre beneficiario principale dei fondi di coesione, sia oggi il bersaglio più esposto di questa strategia: «Il Sud Italia viene spogliato di strumenti fondamentali per affrontare disuguaglianze storiche, precarietà occupazionale, desertificazione industriale. Altro che crescita e rilancio: si mette in discussione la stessa missione dei fondi europei».

«Il Movimento 5 Stelle – conclude Gravina – continuerà a battersi, dentro e fuori le istituzioni, affinché l’Europa non smarrisca la propria vocazione sociale. Difendere i territori significa tutelarne le risorse e le possibilità di sviluppo, non trasformarli in retrovie logistiche per eserciti in marcia».

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