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martedì, Dicembre 3, 2024

Crisi idrica, partono i controlli nei comuni per la dispersione dell’acqua

EvidenzaCrisi idrica, partono i controlli nei comuni per la dispersione dell'acqua

Quanta pioggia dovrà cadere per pareggiare i conti di una siccità generale che dura dal 2023?
E’ quello che si domandano gli esperti dell’associazione delle bonifiche irrigue e più in generale chi gestisce ai vari livelli l’erogazione dell’acqua.
Un tema, quello della crisi idrica, che sta colpendo soprattutto le regioni meridionali, con particolare gravità per la Sicilia e la Puglia, ma che da mesi ha avuto ripercussioni anche in Molise.
Fino qualche giorno fa, solo Campobasso ha dovuto fare fronte con le chiusure notturne. Poi gli enti che gestiscono la rete, Molise Acque, Egam e Grim hanno convenuto che la strada migliore, per evitare sprechi, è proprio quella di interrompere per alcune ore, l’erogazione dell’acqua in tutti i comuni.
Lunedì a Campobasso, sarà aperto il tavolo permanente che dovrà controllare la situazione per stabilire tempi e modalità delle chiusure e soprattutto dove sarà necessario continuare l’interruzione dell’acqua nelle ore notturne.
L’invaso di Guardialfiera, è sotto gli occhi di tutti, ha comunque una portata registrata anche in altri inverni. Molto più complicata, la situazione del Lago di Occhito, la cui diga trattiene 28 milioni di metri cubi d’acqua, appena l’11% della capacità totale.
Anche le sorgenti sono ridotte: Molise Acque ha certificato un flusso di circa 1500 litri al secondo contro i quasi 3000 soliti. Questo ha indotto gli enti e la Regione a chiedere di rivedere gli accordi con la Campania.
Ma le chiusure notturne, è la considerazione generale, quanto possono incidere sui consumi?
Poco, dicono dagli enti gestori, ma l’interruzione serve a evitare, spiegano Molise Acque e Grim, una inutile dispersione nella gran parte delle reti comunali.
E per questo, il presidente della Regione ha dato incarico alla Protezione civile di fare una ricognizione su quanto e dove bisogna rimettere a posto le condotte comunali, nelle quali l’acqua che arriva e nei rubinetti delle case nella migliore delle ipotesi è solo la metà di quella che viene immessa nelle condotte.

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