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martedì, Dicembre 3, 2024

A 50 anni dalla morte la comunità di San Martino in Pensilis ricorda don Giulio Mastrogiacomo

AttualitàA 50 anni dalla morte la comunità di San Martino in Pensilis ricorda don Giulio Mastrogiacomo

“Gli occhi di tutti sperano in te, Signore. I pargoli hanno chiesto pane:

non c’è chi loro lo spezzi; lo chiediamo alla tua benignità. O piissimo, spezza agli affamati il tuo pane, spezzalo con le mie mani, se ti degni, ma con le tue forze”

(Sermoni – san Bernardo di Chiaravalle)

“Don Giulio Mastrogiacomo è nato il 22 Aprile 1904 a Morrone del Sannio dai genitori Luigi e Angelina Alfonso. In paese ha iniziato la sua formazione umana e cristiana, per poi completare la prima fase degli studi nel seminario vescovile di Larino. Completa la formazione filosofica e teologica presso il Seminario Regionale di Benevento. Dopo aver ricevuto gli ordini minori, è stato ordinato diacono nel 1928 per poi ricevere il presbiterato il 25 Maggio 1929 in Cattedrale a Larino per le mani di Mons. Oddo Bernacchia, vescovo di Larino e di Termoli.

Rimasta vacante la parrocchia di San Martino in Pensilis, dopo il trasferimento di don Amleto Zanzani ad altra sede, don Giulio vinse il concorso indetto per quell’anno dalla diocesi e il 1° Aprile 1932 viene nominato dallo stesso presule Bernacchia arciprete-parroco della Chiesa Collegiata “San Pietro Apostolo” e prenderà possesso della stessa il 19 Giugno dello stesso anno alla presenza delle autorità civili e di tutto il popolo sammartinese.

Sin dall’inizio del suo ministero di pastore si è sempre adoperato per il bene del gregge a lui affidato. Insegnò per diversi anni religione cattolica nelle scuole pubbliche del paese. Favorì e si impegnò per lo sviluppo e la crescita della locale associazione di Azione Cattolica curando personalmente la formazione del laicato cattolico. Sacerdote stimato dal presbiterio diocesano e dallo stesso vescovo Bernacchia che lo nominerà in vari uffici e mansioni nella Curia vescovile di Larino.

Dopo la cura delle anime, il suo impegnò lo riversò per eseguire lavori di manutenzione e di ammodernamento della Chiesa parrocchiale. Nel 1935-36 fece costruire la balaustra in pietra per l’altare maggiore, nel 1938 la cupola della chiesa fu gravemente danneggiata dalla rottura del tetto a causa dell’abbondante nevicata di quell’anno, i lavori termineranno nel 1941. Nel 1949 l’altare maggiore fu ricollocato nel sito originario e l’anno seguente ci fu la modifica del battistero, nel 1968 rinnovò anche la pavimentazione del presbiterio.

Oltre ai lavori per l’ammodernamento della Chiesa collegiata, la sua azione pastorale lo vide impegnato per il culto e le opere del santo patrono Leo. Secondo la cronaca redatta il 22 Ottobre 1947, in occasione della ricognizione delle reliquie e la sistemazione dell’altaredel Santo, lo stesso don Giulio afferma: “S’imponeva una migliore sistemazione dei sacri resti mortali del Protettore. Vi pensai subito, appena preso possesso di questa Chiesa Parrocchiale e Collegiata nel 1932 … fra gli avvenimenti dolorosi che ritardarono tale realizzazione ci fu il crollo della cupola che richiese molto tempo e molto danaro per la ricostruzione …  i dolorosi avvenimenti bellici del 1943 interruppero i lavori. Terminata la guerra i lavori ripresero … l’artigiano Raffaele Mezzalingua eseguì la bella urna in noce, la Scuola Superiore di arte cristiana Beato Angelico di Milano eseguì nuove maschere in argento per la testa, le mani e i piedi. Nel pomeriggio dello stesso giorno [18 Ottobre 1947]alla presenza dei sacerdoti sopra ricordati e di un ristretto ma eletto pubblico venne fatta la ricognizione delle S. Reliquie e sistemate nella nuova urna.

Nel 1953 ci fu un grande evento per commemorare i 225 anni (1728-1953) della traslazione delle reliquie del Santo dalla chiesa di santa Maria in Pensilis alla Collegiata di san Pietro apostolo.

Un avvenimento che coinvolse la parrocchia è stato quello dell’anno mariano del 1954, voluto dal papa Pio XII, per commemorare il centenario della proclamazione del dogma dell’Immacolata Concezione. Don Giulio fa suo l’invito del papa, inaugurando un sito mariano con la statua della Vergine Maria all’ingresso del paese, denominato ancora oggi da tutti i sammartinesi “la Madonnina”.

Favorì lo sviluppo del culto mariano in paese con varipellegrinaggi nei santuari dedicati alla Vergine Maria della nostra diocesi, come quello a Madonna Grande e alla Difesa di Casacalenda.

Oltre ad amministrare i sacramenti e celebrare i divini misteri, si fa prossimo alle esigenze dei più indigenti della comunità. Con il passare degli anni pur perdendo il vigore delle forze, non perde la sua volontà di contribuire all’edificazione della comunità. Saprà adattarsi alle nuove speranze della Chiesa, nello spirito del Vaticano II, inaugurando i nuovi riti approvati dallo stesso Concilio.

Vedrà la nascita dell’Azione Cattolica dei Ragazzi e il nuovo inno al Santo patrono redatto nel 1971 dal poeta e scrittore termolese Carlo Cappella. Dopo una breve malattia, concluderà la sua esistenza terrena, nella Solennità di Tutti i Santi, la sera del 1° Novembre 1974.

Due giorni dopo, il 3 Novembre alle ore 15,00, i suoi funerali vennero officiati nella Chiesa parrocchiale di San Martino in Pensilis alla presenza di molti sacerdoti e di tutto il popolo che lo ha avuto come pastore della propria comunità per ben 42 anni.  

Il rito esequiale fu preceduto da una processione, con la bara aperta, che iniziò dalla sua abitazione in Largo Baronale e passò in tutte le strade del paese così che tutti potessero dare l’estremo saluto al proprio pastore. Dopo il rito la salma venne tumulata nella tomba di famiglia nel cimitero del suo paese natale.

Domenica 10 Novembre alle ore 18,00 la comunità parrocchiale di San Martino in Pensilis ricorderà con una messa in suffragio la figura di don Giulio Mastrogiacomo a 50 anni dalla sua scomparsa.

Per ricordare tale evento sarà allestita nella Chiesa parrocchiale, per tutta la giornata di domenica 10 Novembre, una mostra fotografica su don Giulio a cura dell’associazione Centro della Fotografia “Domenico D’Adderio di Emiliano di Tata.

Il materiale fotografico inserito nell’articolo è stato gentilmente concesso dall’associazione Centro della Fotografia “Domenico D’Adderio SMIP e dal giornalista Pasquale Di Bello.”

Luca La Luna

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