Vista la materia del contendere, è proprio il caso di dire che la questione della mancanza d’acqua verificatasi a Campobasso domenica scorsa, sta generando un mare di polemiche. Unica differenza è che invece di acqua salata, in questo caso si tratta di acqua potabile. Quella che è mancata improvvisamente in alcune zone di Campobasso senza una plausibile ragione.
In realtà di motivi, a leggere le prime carte, ce ne sono diversi. Il contenzioso, al momento, vede coinvolte da un lato l’azienda regionale Molise Acque che gestisce il patrimonio idrico regionale e dall’altro la società cooperativa a responsabilità limitata, GRIM, che invece gestisce la fornitura dell’acqua alla stragrande maggioranza dei comuni Molisani. Tra le due società è aperta da tempo una partita che riguarda forniture e pagamenti arretrati che ieri si è trasformata in una doccia fredda, paradossalmente senz’acqua, per alcuni cittadini campobassani residenti in zone particolarmente svantaggiate rispetto ai flussi d’acqua immessi nella rete.
Sta di fatto che Molise acque con una sua nota pubblicata sul proprio portale il 9 maggio scorso avvisa di possibili problematiche nella fornitura d’acqua a causa di una riduzione del funzionamento degli impianti di sollevamento dell’acqua. Quest’ultimo provvedimento derivante da un contenzioso a sua volta aperto col fornitore di energia elettrica. Insomma, un ginepraio di carte che vanno e ce vengono e che lasciano alla fine a secco i rubinetti degli incolpevoli utenti. Grim sostiene di non essere stata avvisata, Molise Acque sostiene di aver fatto tutto regolarmente e di aver avvisato la stessa Grim, con posta certificata, lo scorso 6 maggio.
Sulla vicenda è intervenuto anche l’ex sindaco di Campobasso e attuale consigliere regionale del M5S,Roberto Gravina, che ha anticipato sul tema una sua interrogazione al presidente della Regione, Roberti.
