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domenica, Aprile 28, 2024

Aree interne, il Molise la regione più vecchia d’Italia

AperturaAree interne, il Molise la regione più vecchia d'Italia

Il tema dello spopolamento e delle aree interne porta il Molise sulle pagine del Sole 24 Ore. Il quotidiano di Confindustria dedica alla questione un’inchiesta condotta sulla base di dati raccolti dall’Università del Molise. Ai due temi, strettamente connessi, l’Unimol ha dedicato nel 2016 un apposita struttura: il Centro di Ricerca per le Arre Interne e gli Appennini. A testimoniare l’importanza della questione e la crescente preoccupazione per un fenomeno in crescita esponenziale fu all’epoca il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, che venne in Molise per inaugurare il centro.

Dalla lettura dell’inchiesta emergono una serie di dati interessanti, a partire dalla definizione di aree interne e periferiche, concetto che non riguarda solo paesi isolati sulla dorsale interna e appenninica ma anche località costiere. E’ il caso di Termoli, espressamente citata dal Sole 24 ore. A definire il concetto di “aree interne” – scrive il quotidiano degli industriali – è la mancanza di servizi specifici sul territorio. Aree interne, per chiarire il concetto, sono i comuni italiani più periferici in termini di accesso ai servizi essenziali come salute, istruzione, mobilità.

Più in generale, rispetto al quadro nazionale, il Molise è la seconda regione in Italia per indice di spopolamento, seconda solo alla Basilicata e prima della Calabria. Il tasso di crescita continuo negativo del Molise è del 60,3% in 82 Comuni su 136.

Sempre il Molise, con il 51,5% è invece primo in Italia quanto a popolazione residente ultraottantenne indice, questo, dell’abbandono dei territori da parte della popolazione più giovane.

Le cause dello spopolamento sono di varia natura, a partire dal processo di inurbamento intorno ai grandi centri urbani, passando per politiche di austerità che hanno portato al taglio dei servizi attraverso l’accorpamento se non addirittura alla soppressione. Appare evidente che per invertire la rotta occorrono nuove politiche pubbliche, pena la scomparsa dei territori e delle identità.

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