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giovedì, Aprile 18, 2024

Quel caffè alle Torri Gemelle due giorni prima degli attentati dell’11 settembre: il racconto del professore di Trivento, Giuseppe Ciafardini

AperturaQuel caffè alle Torri Gemelle due giorni prima degli attentati dell'11 settembre: il racconto del professore di Trivento, Giuseppe Ciafardini

Quel caffè alle Torri Gemelle due giorni prima degli attentati dell’11 settembre: il racconto del professore di Trivento, Giuseppe Ciafardini.‎ Ricorre oggi l’anniversario degli attentati contro gli Stati Uniti d’America, messi in atto dai gruppi terroristici appartenenti ad al Qaida. Quasi tremila i morti, un evento che ha cambiato il corso della storia. Qualche giorno prima, il 9 settembre 2001, alle Torri Gemelle era salito il professore di Trivento, Giuseppe Ciafardini per un caffè. Il suo ricordo ancora è interrotto dall’emozione, in questa intervista rilasciata in esclusiva a ” Il Giornale del Molise”.

Professore cosa ricorda di quella vigilia sui luoghi dell’attentato?

“Non nascondo ancora la forte emozione provata e che provo tutt’ora. Ero a New Jersey per un periodo di riposo con un mio amico Giulio. La mattina del 9 settembre, intorno alle 11.00, siamo andati al 78esimo piano delle Torri Gemelle per prendere un caffè. Una sensazione unica, a contatto diretto con il progresso, con una civiltà e una visione avanti a tutte. Impossibile immaginare che da lì a poco qualcuno potesse, con un colpo, ferire tutta questa imponente manifestazione di grandezza e di bellezza, di democrazia”.

Qual’è stata la sua reazione alla notizia del crollo al World Trade Center?

“Ho avuto una sensazione di vuoto tremendo, ero a casa a Trivento davanti alla Tv e non riuscivo a credere a quello che vedevo, sembrava un film. Poi, ho iniziato a pensare che potevo anche io essere tra le vittime, solo due giorni prima ero li. Ho avuto un senso di smarrimento, ho pensato che tutto quello che avevo vissuto, degli Stati Uniti d’America, era andato letteralmente in fumo, avevo perso delle certezze e con me, credo, un pò tutti. Ho‎ sentito subito Il mio amico Giulio, non riuscivamo a parlare, è stato tremendo. Poi, non ci siamo persi d’animo e abbiamo pensato che l’America avrebbe reagito e con essa l’intero Occidente, e che presto sarebbero stati ripristinati i valori del progresso, della civiltà, della pace”.

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