di GIOVANNI MINICOZZI
Soluzioni non se ne intravedono o, almeno, non è dato sapere ma la devastante crisi economica e sociale che da qualche anno attanaglia il Molise non dà tregua alle tante aziende chiuse o in crisi perenne, crisi che ha determinato una vera e propria macelleria sociale per migliaia di famiglie. Alla catastrofe si è aggiunta da qualche anno anche la devastante crisi dell’informazione che mette a rischio non solo decine di posti di lavoro ma i diritti garantiti dalla Costituzione e i capisaldi della democrazia.
Il segretario della Cgil Abruzzo e Molise, Franco Spina, lancia l’allarme, incalza la Regione, chiede soluzioni urgenti per fronteggiare la crisi e difende il diritto dei cittadini a essere informati schierandosi con gli organi di informazione in difficoltà.
“Sono tante, troppe, le crisi aperte e purtroppo sono migliaia i posti di lavoro a rischio. Alcune centinaia di posti sono già stati persi e ora altre migliaia di persone rischiano di perdere definitivamente il lavoro. Parliamo di quei lavoratori che sono ancora in cassa integrazione e di coloro che hanno già terminato tutti gli ammortizzatori. Parliamo, dal nostro punto di vista, di una crisi ormai irreversibile per questa Regione. Purtroppo si sta perdendo troppo tempo e questo tempo non giova assolutamente alle migliaia di famiglie in difficoltà che non possono aspettare “.
Ora si è aggiunta la crisi del settore informazione, la Cgil da che parte sta?
“Sicuramente dalla parte dei lavoratori e degli operatori perché è del tutto evidente il diritto costituzionale alla libera informazione, al pluralismo dell’informazione .Sono capisaldi della nostra Costituzione e vanno salvaguardati. Il diritto di parola deve essere riconosciuto a tutti. Quello che avviene a livello nazionale è una cosa francamente indecente perché si premiano gli organi di informazione che hanno una valenza nazionale mentre le piccole realtà come il Molise sono penalizzate perché le prime cento aziende prenderanno più o meno il 90% del fondo mentre le piccole regioni, le piccole emittenti saranno tagliate fuori. Non credo che questo sia positivo per lo Stato e per l’italia, per non parlare del Molise . Qui la Regione ha una legge che doveva essere in parte modificata, parliamo del 2015, dopodiché però siamo ancora nel limbo e non riusciamo a capire perché non si riesce a mettere mano e a sveltire quelle che sono le procedure per riuscire a dare un po’ di ossigeno a tutti. Voglio precisare, però, che i fondi pubblici devono essere investiti correttamente perché è del tutto evidente che anche in questo campo bisognerebbe capire chi fa buona occupazione e chi invece utilizza le risorse e poi sul fronte occupazionale langue. Quindi noi siamo sicuramente per il riconoscimento di questo diritto e spingiamo affinché il governo regionale faccia sul serio una modifica o un intervento. A livello nazionale c’è bisogno che il Molise , insieme ad altre piccole regioni, faccia sentire la sua voce,nella conferenza Stato-Regioni, faccia capire al Governo centrale che tagliare finanziamenti costantemente per concederli solo ed esclusivamente ai grossi gruppi non aiuta il processo democratico dell’Italia, del nostro Paese e, in questo caso, anche del Molise”.
Il Governo ha impugnato anche l’ultima legge per il settore.
“Bisogna intervenire e bisogna intervenire con una certa urgenza, c’è bisogno che il Governo regionale trovi un’ altra soluzione per salvaguardare l’occupazione. Noi siamo i primi a dire che di fronte a un disastro economico e sociale del Molise così forte non si più aggiungere un altro disastro che è economico e sociale ma in più anche democratico. Sarebbe davvero troppo e quindi il governo regionale si attivi immediatamente per superare questo momento di difficoltà“.
Sarebbe ora, aggiungiamo noi, ma dai Palazzi che contano non arriva nessuna novità, evidentemente sono impegnati a girare il mondo perché il mondo ha bisogno dei nostri Statisti.