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venerdì, Aprile 19, 2024

Trasporto su ferro. Filt Cgil sui dati di Legambiente: “uno scenario inquietante”

AttualitàTrasporto su ferro. Filt Cgil sui dati di Legambiente: "uno scenario inquietante"

Che il Belpaese denoti un gap infrastrutturale su strade, treni e porti, tale da collocarlo all’ultimo posto dei dieci più importanti paesi europei, non è in alcun modo una novità, ma la dimensione dell’arretratezza della rete ferroviaria e più in generale del trasporto su rotaia in Abruzzo e in Molise, ha raggiunto un livello davvero insopportabile in grado persino di mettere in discussione quel diritto alla mobilità dei cittadini sancito dalla nostra Costituzione.

Dopo i rapporti di Legambiente e di Pendolaria 2018, la Filt Cgil Abruzzo e Molise ha deciso di denunciare una situazione impietosa per entrambe le regioni.

Dallo studio sono emersi due aspetti fondamentali: il primo sottolinea che laddove si realizzano investimenti, i pendolari rispondono in maniera significativa, viceversa laddove questi investimenti latitano o tardano ad arrivare, i pendolari si allontanano con molta più celerità di quanto si possano eventualmente avvicinare ed intercettare.

Il secondo aspetto rappresenta le contraddizioni. A livello nazionale, infatti, il numero dei passeggeri su rotaie aumenta in maniera costante. In assoluta controtendenza, invece, sono i dati di Abruzzo e Molise che vedono rispettivamente un -40% e un -11%.

Il Molise è invece al primo posto rispetto all’ammontare complessivo dei tagli ai servizi registrati nell’arco temporale che va dal 2010 al 2018. Nel dato complessivo, ovvero il -33,2% di servizi decurtati che caratterizza il Molise, incide tantissimo la chiusura della tratta Termoli – Campobasso di 87 km, avvenuta nello stesso arco temporale.

Altro aspetto inquietante che ha sottolineato la Filt riguarda la vetustà del materiale rotabile anche se su questo fronte le due regioni collocandosi su un’età media di 17 anni, sono in buona compagnia con le regioni del mezzogiorno. Rispetto alla qualità delle infrastrutture e della rete, un altro problema rilevante, è l’alta incidenza dei km a binario semplice o unico. In Molise dei 265 km di rete, appena 23 sono a binario doppio pari ad una percentuale inferiore al 9%.

Un altro dato estremamente significativo, è rappresentato dai singoli stanziamenti garantiti dalle Regioni. Nel 2017 in Molise la spesa sostenuta per il servizio ferroviario regionale rapportata al bilancio regionale è stata pari allo 0,13%, un dato molto basso se si pensa che in altre regioni la percentuale supera l’1% del bilancio regionale.

L’ultimo importante dato che sottolinea la Filt Cgil sul rapporto di Legambiente (qui l’intero dossier) è quello che riguarda le 10 linee peggiori d’Italia e tra le quali quest’anno figura la Roma Campobasso. 244 km complessivi per i quali i maggiori problemi si concentrano nei primi 75 km in quanto privi di elettrificazione e a binario unico. Basti pensare che per collegare Campobasso ad Isernia occorrono 53 minuti con una velocità media di 55km/h su una linea sostanzialmente vuota. Nella classifica dello scorso anno figurava invece la Pescara – Roma che, ancora oggi, a nostro avviso, continua a rappresentare comunque una tre le peggiori linee ferroviarie presenti nel nostro paese.

Uno scenario che viene definito davvero inquietante e che potrebbe addirittura peggiorare per queste due regioni qualora si concretizzasse quel provvedimento di autonomia differenziata per il quale si sta avviando il relativo iter parlamentare, è del tutto evidente che i due Governatori Marco Marsilio e Donato Toma, accomunati dallo stesso pesante deficit di competitività infrastrutturale rispetto al resto del paese, debbano mettere insieme le loro comuni e sacrosante ragioni per rivendicare quei principi fondamentali sanciti dalla Costituzione in base ai quali i cittadini di questo Paese dovrebbero potere disporre in egual misura di alcuni diritti fondamentali e tutto ciò a prescindere da dove gli stessi cittadini nascano o siano residenti.

La Filt Cgil e la Cgil Abruzzo Molise sono state a manifestare la scorsa settimana a Roma unitamente ai sindacati dell’edilizia per chiedere con forza che in questo paese, a partire dal mezzogiorno, si riattivino quelle politiche industriali in grado di sbloccare i cantieri e riattivare gli investimenti.

É quello che chiediamo anche alle due amministrazioni regionali che rappresentano identità, nelle quali persistono forti ed insostenibili disuguaglianze nella fruizione dei servizi pubblici e nell’esigibilità per l’appunto di diritti fondamentali per i cittadini”.

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