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venerdì, Aprile 26, 2024

In libreria il romanzo d’esordio di Manuela Petescia

AttualitàIn libreria il romanzo d’esordio di Manuela Petescia

Di TONINO DANESE

È uscito con tutte le caratteristiche dell’evento straordinario, “Piccole immagini di raso bianco, il romanzo che segna l’esordio del direttore di telemolise e tv6, Manuela Petescia, nel mondo della narrativa importante, con il marchio di una casa editrice prestigiosa come Rubbettino.

Un libro – se ne può stare certi − che non passerà sotto silenzio.

A cominciare dai contenuti inquietanti, a tratti scabrosi, ma sempre affrontati – come si legge nella quarta di copertina – senza pudori e reticenze, anche quando si tratta di mettere in discussione le istituzioni sociali a prima vista più rassicuranti: il matrimonio, la famiglia, la professione, o sentimenti considerati sacri come l’amore, l’amicizia, la maternità.

E senza timore di calarsi nelle profondità della psiche umana per esplorarne i traumi e le paure, le perversioni più intime e segrete, sviscerate con la lucidità e la chiarezza dello stile, del linguaggio, e con la trama avvincente e i ritmi narrativi di una vera scrittrice, capace di controllare con estrema padronanza la struttura complessa del romanzo, l’alternarsi vorticoso dei piani e dei registri narrativi, le ombre terribili del passato che si proiettano su un presente torbido, nevrotico e sensuale.

Romanzo intimo, per come narra in prima persona la vicenda del protagonista, uno psichiatra affermato che “salta un confine” e imbocca una strada senza via d’uscita.

E quanto più forte e carismatica emerge la figura del protagonista, tanto più tragica appare la sua storia, come una discesa verso gli inferi, moderna favola di Dottor Jekill e Mister Hide, senza una netta separazione tra il bene e il male.

L’amore diventa furia, desiderio cieco, ossessione; la seduzione sconfina nel ricatto e sfuma in una sottile rete di attese e di scambi, dove non c’è più traccia di innocenza o di sentimenti puri.

Romanzo, dunque, introspettivo e profondo che scava – con i metodi severi della psicanalisi −negli angoli più remoti dell’anima, ma allo stesso tempo romanzo sociale perché mette a nudo – senza pietà – le debolezze di una società rappresentata in tutte le sue finzioni, le sue meschinità morali, le sue ipocrite convenzioni.

Ma la visione d’insieme, che può sembrare a prima vista cinica e disincantata, svela alla fine la partecipazione accorata a un’umanità sola e sofferente, una galleria di personaggi che si compongono e si sgretolano in “Piccole immagini di raso bianco”.

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