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martedì, Aprile 23, 2024

Voto di scambio a Isernia, indaga la procura antimafia

AperturaVoto di scambio a Isernia, indaga la procura antimafia

La Procura distrettuale di Campobasso indaga su due presunti casi di voto di scambio elettorale politico-mafioso. La notizia è contenuta in un passaggio della relazione del Procuratore generale, Guido Rispoli, presentata nel corso dell’inaugurazione dell’Anno giudiziario. L’ipotesi di reato è quella prevista dall’art. 416 del codice penale e riguarderebbe le elezioni del 2018. In Molise lo scorso anno, oltre alle politiche, si è votato anche per le regionali. Sull’inchiesta c’è il più stretto riserbo ma, l’attenzione dell’antimafia sarebbe concentrata nell’area del collegio elettorale di Isernia. Le indagini sarebbero state affidate ai carabinieri del servizio Ros di Roma e non è la prima volta che il Ros si interessa del Molise e di Isernia, accadde appena qualche anno fa con l’inchiesta Larus (vedi foto), anche lì si parlava di voto di scambio, traffico di rifiuti e quant’altro, in quel caso, la montagna partorì il classico topolino, concludendosi in un procedimento ancora alle battute iniziali, in cui il caprio espiatorio fu individuato in un funzionario del Comune di Isernia, insieme al rappresentanti della ditta che vinse un appalto bandito da Palazzo San Francesco. L’accusa partiva da un contributo di mille euro versato alla pro loco, per la procura si trattava della tangente su un appalto da centinaia di migliaia di euro.

Ma tornando ai due casi segnalati dalla procura generale della Corte d’Appello, la situazione potrebbe essere diversa, in quanto sotto esame ci sarebbero segnalazioni, denunce o esposti, ancora non si sa, per voto di scambio. Nel 2018 in Molise si votò sia per le Politiche, che per le Regionali. Il silenzio sui nomi dei possibili indagati.

A livello nazionale, si tratta di una delle prime applicazioni della nuova norma sul voto di scambio. Approvata dal Governo Gialloverde lo scorso ottobre, introduce una nuova formulazione dell’articolo 416-ter del codice penale, introducendo pene più alte e interdizione perpetua dai pubblici uffici per chi è condannato per tale reato.

Si “sanziona con la pena della reclusione da 10 a 15 anni il conseguimento, diretto o a mezzo di intermediari, della promessa del sostegno elettorale da parte di soggetti appartenenti ad associazioni criminali di stampo mafioso, in cambio della erogazione di denaro, di qualunque altra utilità o della disponibilità a soddisfare gli interessi o le esigenze dell’associazione” mafiosa.

Estende la punibilità anche ai casi in cui la condotta incriminata sia stata realizzata mediante il ricorso ad intermediari; elimina il riferimento al metodo dell’intimidazione mafiosa.

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