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venerdì, Aprile 19, 2024

Sanità, la Fondazione incassa il saldo ma non aveva i requisiti. E al Senato passa l’incompatibilità tra governatori e commissario ad acta

AperturaSanità, la Fondazione incassa il saldo ma non aveva i requisiti. E al Senato passa l'incompatibilità tra governatori e commissario ad acta
di GIOVANNI MINICOZZI
Due determine firmate dal Direttore generale per la Salute, Lolita Gallo, la numero 220 e la 221 del 14 novembre 2018, per liquidare alla Fondazione Giovanni Paolo II il saldo definitivo relativo alle prestazioni erogate negli anni 2015 e 2016. Si tratta di un importo complessivo pari a 6.235.908,63 euro cosi suddivisi : 2.827.795.94 per l ‘anno 2015 e 3.408.112,69 per l’anno 2016. Naturalmente si tratta solo di importi a saldo poiché erano state già accreditate le spettanze di acconto pari a 95%.
Nelle due determine Lolita Gallo ha dato atto di un verbale di chiusura relativo all’archivio delle schede di dimissioni ospedaliera dei pazienti con il quale è stato quantificato il valore delle prestazioni erogate dalla Fondazione nonché della fatturazione e del riepilogo delle attività svolte trasmesso dalla stessa Fondazione. Infine, sempre la dottoressa Lolita Gallo prende atto di un documento redatto dal competente servizio denominato Livelli Massimi di Finanziamento della stessa Direzione generale per la Salute secondo il quale sono stati formulati i controlli sull’attività ospedaliera erogata dalla struttura di Contrada Tappino.
Per quanto ci riguarda, non esprimiamo alcun giudizio sulle prestazioni eccellenti erogate dalla Fondazione ma chiediamo al Direttore generale per la Salute, Lolita Gallo,  che tipo di controlli sono stati effettuati e come hanno potuto avere esito positivo considerato che proprio negli anni 2015/2016 è stata acclarata la mancanza del Direttore sanitario in quanto il dottor Zappia non aveva i titoli per ricoprire tale incarico. Tra l’altro, secondo i bene informati, la dottoressa Gallo sarebbe stata ascoltata dagli organi inquirenti nell’ambito delle indagini in corso proprio sulla mancanza dei requisiti del Direttore sanitario e sulla mancanza di altri titoli necessari per l’accreditamento.
E’ da sottolineare che rispetto al budget assegnato il saldo pari al 5% del totale viene erogato solo se le strutture accreditate risultano in regola con gli obblighi previsti dalle norme in vigore e dal contratto.
Una considerazione finale è d’obbligo:  come mai la Direzione regionale per la salute, considerato le vicende in itinere, ha liquidato il saldo prima della nomina del Commissario ad Acta?
Non è paradossale che la mancanza di tale figura blocchi tutto il sistema sanitario regionale e non il pagamento delle spettanze alle strutture private accreditate soggette a indagini da parte degli organi inquirenti?
Intanto, la commissione finanze del Senato ha approvato l’incompatibilità tra il ruolo di Governatore e l’incarico di commissario ad acta per la sanità nelle Regioni soggette a piano di rientro dal deficit. A questo punto, se la norma verrà approvata anche dalle aule parlamentari, il commissario tecnico nominato dal Governo arriverà solo dopo la definizione della manovra di bilancio per l’anno 2019 con tutte le conseguenze del caso, ovvero con il sistema sanitario molisano bloccato in condizioni drammatiche ma con il direttore regionale per la salute che continua ad erogare soldi alle strutture private accreditate anche in casi di dubbia legittimità.

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