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mercoledì, Aprile 24, 2024

Appalto Auditorium di Isernia, Di Pietro ha le “mani pulite”: condannato per calunnia il suo accusatore

AttualitàAppalto Auditorium di Isernia, Di Pietro ha le "mani pulite": condannato per calunnia il suo accusatore

Appalto Auditorium di Isernia. Francesco Maria De Vito Piscitelli, imprenditore napoletano, tra il 2011 e il 2012, calunniò ingiustamente Antonio Di Pietro, ex ministro dei Lavori Pubblici, affermando che «aveva manovrato affinché l’opera fosse aggiudicata alla Ati la cui capogruppo era l’impresa Lupo».

Tutto falso e per questo il tribunale di Roma lo ha condannato a un anno e quattro mesi di reclusione e ad una provvisionale di ventimila euro a beneficio dell’ex ministro molisano che, è il caso di sottolinearlo, poteva ben dire di avere le mani pulite. Infatti, per il giudice Maria Laura Pesano del Tribunale di Roma, Piscitelli non solo era consapevole della falsità delle sue accuse, ma era perfettamente a conoscenza della estraneità di Antonio Di Pietro (difeso dall’avvocato di Isernia Iulia Iemma) ai fatti che gli venivano attribuiti. Voleva colpire proprio chi, come lui, aveva segnalato con due lettere alcune stranezze degli appalti legati alle grandi opere da realizzare per i 150 anni dell’Unità d’Italia e che aveva ‘estromesso’ Balducci dal Ministero delle Infrastrutture.

Con riguardo alla gara da 50 milioni per l’Auditorium di Isernia, Piscitelli sostenne (raccontandolo anche al giudice) di essere stato contattato da un funzionario del Dipartimento ‘Grandi Opere’ e stretto collaboratore di Balducci, subito dopo l’apertura delle buste da parte della Commissione tecnica e di avere ricevuto da lui la certezza di essersi aggiudicato l’appalto. Ma subito dopo lo stesso Balducci gli avrebbe riferito, informato da Guido Bertolaso, che Antonio Di Pietro «aveva manovrato affinché l’opera fosse aggiudicata alla Ati di cui era capogruppo l’impresa Lupo».

Ed è questo il motivo per il quale Antonio Di Pietro ha denunciato per calunnia De Vito Piscitelli, dopo aver letto l’intervista con le accuse pubblicata su ‘La Repubblica’ il 20 ottobre 2012. Il 25 maggio il processo a Roma, ieri sono state rese note le motivazioni della sua condanna per calunnia.

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