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venerdì, Aprile 26, 2024

Metanodotto Larino-Chieti, il caso finisce in Parlamento

AttualitàMetanodotto Larino-Chieti, il caso finisce in Parlamento

A fine giugno, per la precisione il 28, il Ministero dello Sviluppo Economico ha pubblicato il decreto che autorizza il progetto definitivo del Metanodotto Larino-Chieti. Da Legambiente di Molise e Abruzzo più volte sono arrivate critiche alla decisione e adesso hanno chiesto ai deputati Rossella Muroni e Giuseppina Occhionero di interrogare il Ministro Luigi Di Maio. Si vuole capire “se intenda, in attesa di una rivalutazione del progetto da parte del Ministero, assumere le iniziative di competenza per sospenderne l’avvio”

Chiediamo –hanno spiegato dai vertici di Legambiente di Abruzzo e Molise- al Governo nazionale ed ai rappresentati abruzzesi e molisani del MoVimento 5 Stelle di impegnarsi per mettere in atto quanto affermato dal Ministro Luigi Di Maio in merito alla valorizzazione delle energie rinnovabili quale motore per il futuro dell’economia italiana.”

In sostanza, il metanodotto costituisce il completamento della dorsale adriatica della Società Gasdotti Italia, tra San Marco e Larino. Più di 111 chilometri, tra la provincia di Campobasso e quelle di Pescara e Chieti. Si sviluppa parallelamente alla costa a una distanza compresa tra i 10 e i 16 chilometri verso l’interno. Il costo stimato è di 120 milioni di euro.

Un’opera strategica per alcuni nel trasporto gas nel Centro-sud, mentre per Legambiente Abruzzo e Molise, il Coordinamento Trivelle Zero del Molise, il Forum abruzzese dei Movimenti per l’Acqua e il Comitato No Stoccaggio Poggiofiorito non solo è in contrasto con gli impegni presi dall’Italia in Europa e inutile per la collettività, ma è solo strumentale per chi lo realizza. Sostengono infatti che serva a connettere le aree per realizzare pozzi di stoccaggio e rappresenta un potenziale pericolo per l’ambiente e la biodiversità, attraversando 16 siti di interesse comunitario e una zona di protezione speciale, oltre all’area archeologica di Montenero. Secondo Legambiente, comitati e associazioni abruzzesi e molisane, ci sarebbe da valutare anche l’eventuale rischio sismico indotto con estrazione e stoccaggio. Viene anche sottolineato che la Sen prevede la totale decarbonizzazione entro il 2050 con il raggiungimento, entro il 2025, del 55 per cento dei consumi energetici da fonti rinnovabili.

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