3 C
Campobasso
giovedì, Aprile 25, 2024

54 anni di autonomia, il Molise sempre più vicino alla ‘pensione’

Apertura54 anni di autonomia, il Molise sempre più vicino alla 'pensione'

di GIOVANNI DI TOTA

Cinquantaquattro anni fa, con una disposizione transitoria che consentiva di derogare ai limiti imposti dalla costituzione, che imponeva un minimo di un milione di abitanti, la provincia di Campobasso che allora comprendeva anche Isernia e ne contava poco più di trecentomila, si staccò dall’Abruzzo dando vita alla regione autonoma del Molise.

Era il 27 dicembre 1963, e in quel giorno nacque la ventesima regione italiana, con Campobasso capoluogo. Per qualche anno sui libri di geografia continuarono ad essere Abruzzi e Molise. E nel 1970, il territorio di Isernia venne scorporato da quella di Campobasso, dando vita alla seconda provincia e alla città capoluogo.

Un anniversario oggi passato quasi sotto silenzio anche dalle massime istituzioni regionali. I litigi delle scorse settimane hanno tenuta desta l’attenzione dei politici nella zona neuronale che riguarda le elezioni. Il dibattito si è acceso sui collegi e su quanti eventuali consiglieri dovessero o potessero atterrare e godere dei privilegi della carica. Mentre se il tema si sposta sugli interessi più generali dei cittadini delle due province i neuroni dei politici sono quasi sempre in vacanza.

La sanità offre un esempio scolastico. Al governo e a gran parte della maggioranza che guida la Regione non è interessato granché il fatto che nelle due provincie gli ospedali siano stati mandati gambe all’aria per un interesse di bottega e forse personale. E quindi poco importa se per partorire a Isernia bisogna andare a Chieti, oppure se ad Agnone è più fortunato uno che si ammala d’estate rispetto al paziente invernale. Se al Cardarelli interi reparti sono stati azzerati. Così come a Larino a Termoli e a Venafro. Quando invece bisogna occupare i posti di vertice, in ambito sanitario o amministrativo, la battaglia politica diventa guerra senza esclusione di colpi. E i neuroni dei politici tornano a mettersi in moto.

Stavolta, però, rispetto al passato la pazienza dei cittadini, sembra essere colma, e se in passato quelle battaglie di potere venivano in qualche modo tollerate in cambio dell’efficienza del servizio pubblico, oggi che la sanità pubblica è allo sbando e il servizio è stato fatto proprio ai cittadini, le prospettive non lasciano presagire niente di buono.

Cinquantaquattro anni di autonomia del Molise, con Campobasso e Isernia che sembrano sempre di più due città svuotate, sono messi a rischio da una classe politica miope e confusa. E che oggi per salvarsi aspira a tornare insieme all’Abruzzo.

Ultime Notizie