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lunedì, Maggio 6, 2024

Isernia rinuncia alla serie A, discesa e decadenza di un capoluogo di provincia

AperturaIsernia rinuncia alla serie A, discesa e decadenza di un capoluogo di provincia

Per tenere buona la plebe, il Senato romano era solito fornirle panem et circenses senza risparmio. Sostegno economico e spettacoli sportivi, diremmo oggi. Due risorse che però, a Isernia, stanno venendo meno, in maniera preoccupante, sintomo di un declino inarrestabile del capoluogo pentro.

Infatti, ancora non si attenuavano polemiche e scambi di accuse per la figuraccia rimediata dalla Provincia, incapace anche a trasmettere in tempo utile le domande per i tirocini over 30, che si è subito aperta un’altra pagina ferale nella triste cronaca contemporanea della città di Isernia. Si parla della mancata partecipazione della squadra di calcio a cinque al campionato nazionale di serie A 2. Un campionato guadagnato con lacrime e sangue, alla fine di una stagione esaltante, dal punto di vista dello sport e dell’immagine di Isernia, che aveva avuto occasione di confrontarsi e sfidare altre belle realtà provinciali di tutta Italia. Antonio Ionata non parla, ma le indiscrezioni dicono che avrebbe rinunciato dopo aver constatato che il Comune non aveva installato le previste misure di sicurezza al Palafraraccio. Innovazioni imposte dal Viminale, per prevenire atti di terrorismo o di panico tra la folla, come accaduto a Torino. Sempre il Comune avrebbe garantito di mettere a posto tutto entro il 30 settembre, ma così non è stato e ieri la Questura ha comunicato a Ionata che la capienza del palazzetto dello sport non avrebbe potuto superare le 200 presenze. Incompatibili e insufficienti per un campionato di A2.

Così, a due giorni dall’inizio del campionato, Antonio Ionata, rimasto unico responsabile della società, ha tirato i remi in barca e ha svincolato tecnici e giocatori. Una scelta difficilissima e sofferta, anche più costosa dal punto di vista finanziario, se si pensa che, se avesse voluto, Ionata quel titolo conquistato sul campo lo avrebbe potuto rivendere e monetizzare. Invece no, a 48 ore dall’esordio in campionato l’Isernia Calcio a cinque ricorre all’eutanasia e cessa di esistere.

L’analisi, dal punto di vista sportivo e la ricerca delle ragioni, le faranno i colleghi dello sport, ascoltando Antonio Ionata, ma quello che oggi salta fuori è l’ennesimo tonfo, passo falso o scivolone, dell’immagine di una città, Isernia, che, fino a dieci anni fa, era l’ombelico della regione, politicamente ed economicamente. Nel giro di cinque giorni, sembra essere finita nel sottoscala del Molise.

Due i segnali: la figuraccia della mancata partecipazione ai tirocini Over 30 ed il ritiro della squadra di calcio a cinque. Tutti e due dimostrano che a questa città stanno cominciando a mancare gli stimoli vitali, le motivazioni, la forza, anche psicologica, di resistere alle avversità e guardare avanti.

Intanto continuiamo ad aspettare che Coia, o qualche dirigente della Provincia, ci spieghi cosa è successo al Centro per l’Impiego, dica perchè 26 domande di disoccupati isernini non sono state trasmesse in tempo utile. Così come aspettiamo che qualcuno, al Comune, ci spieghi perchè il Palasport Fraraccio non sia stato dotato in tempo utile delle misure di sicurezza richieste da Prefettura e Questura per le manifestazioni sportive.

Se quelle misure fossero state installate in tempo utile, cioè entro il trenta settembre, forse l’Isernia calcio a cinque sarebbe ancora in vita.

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