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martedì, Aprile 30, 2024

Scuola buona per i Millenials

EditorialiScuola buona per i Millenials

di ADELE FRARACCI

L’istruzione ultimamente è stata messa sotto accusa dal mondo accademico che lamenta lo scarso possesso da parte degli studenti della lingua italiana. Peccato però che le stesse università, soprattutto le più ‘blasonate’, adottino test per aprire le proprie porte agli studenti, tanto che spesso i docenti delle scuole superiori rimangono , a loro volta, piuttosto perplessi circa il superamento di quei test da parte anche di studenti meno preparati, che , evidentemente, invece che studiare con rigore le discipline scolastiche al quinto, in alcuni casi finanche al quarto anno, per arricchire il proprio registro linguistico e di pensiero, trascorrono il tempo ad allenarsi proprio ai quiz universitari. Tanto che come si fa a non ammettere agli esami di stato studenti che hanno superato i test Bocconi , Luiss, Cattolica e finanche del politecnico pur presentando un corredo culturale approssimativo e vuoti in alcune discipline? Appariscente, dunque, il paradossale cortocircuito! Da dove deriva? Evidentemente dalle scelte politiche messe in campo, ormai da anni, che hanno ingenerato un sistema istruzione-università incoerente,degradato, finanche irrazionale. Superfluo precisare, ma pare invece che ce ne sia bisogno, che l’apprendimento a scuola conta su tempi distesi, lunghi, non su segmenti di tempo dedicati allo svolgimento parcellizzato di contenuti disciplinari da declinare in test di valutazione sic et simpliciter; nella scuola l’educazione conta sulla quantità del tempo , ma , fuor dalle tesi aziendalistiche, esso deve essere investito nel suo aspetto qualitativo al fine di far conseguire il successo formativo, il quale certo non risiede nell’addestrare teste di quiz e giocatori di cruciverba o operai e tecnici teyloristici, ossia, in prospettiva, lavoratori alienati, meramente esecutivi e sottomessi al sistema, ma di costruire man mano e pazientemente ragazzi capaci di ragionare e saper scegliere, prima di esser scelti dalle università o di esser scelti o scartati dal mercato. I contenuti disciplinari risultano perciò un’ottima palestra per crescere sul piano individuale e nel rispetto del personale stile cognitivo e del proprio punto di partenza; infatti è chiaro che in un’azienda privata si devono scegliere i migliori, a scuola invece bisogna far crescere tutti e saper valorizzare ciascuno, non solo le eccellenze. Le nozioni disciplinari non sono cioè tout court fini, ma strumenti attraverso cui i giovani si allenano sul piano razionale, logico e anche emozionale e sentimentale, al fine di rendere se stessi cittadini consapevoli, con una propria autonomia di studio, di analisi e di giudizio, in possesso di intelligenza del rispetto ed etica. Eppure questa che è oggettivamente una verità ed è il cuore pulsante per la difesa della democrazia e per la sua perfettibilità, è stata messa in discussione da anni attraverso scelte politiche che sono andate in senso del tutto opposto e stanno producendo guasti serissimi, frutto della sottomissione della politica all’economia e alla tecnica. Ma quali, tra le tante e tra tutte, le scelte politiche più scellerate? Le seguenti: sottrarre tempo allo studio della storia del ‘900 – con la Gelmini le ore d’insegnamento sono state ridotte a due a settimana ed è evidente che cittadini senza memoria storica sono destinati a non saper né cogliere ne’ inverare il certo che proviene da quelle pagine fondamentali; puntare sul CLIL, ulteriore parto della Gelmini, che spiegato in estrema sintesi è, in proiezione, un addestramento a studiare una disciplina in lingua straniera con l’insegnante della disciplina medesima, formato coi soldi pubblici a insegnare in lingua straniera ciò che potrebbe essere meglio appreso in madrelingua – tra l’altro l’impianto è in netta controtendenza rispetto a quanto sostenuto dall’UE che, val la pena sottolinearlo, richiede ai cittadini europei il pieno possesso innanzitutto delle rispettive madrelingue, poi la capacità di utilizzare le altre, ma forse risponde agli interessi di università italiane che hanno inaugurato corsi in lingua straniera; avere con la Buona Scuola introdotto ore e ore di alternanza scuola/lavoro, che se pure potrebbe avere una sua ratio nei professionali e nei tecnici, spesse volte si declina in maniera mediocre e poco mirata per problemi intrinseci e anche di contesto, ma soprattutto tende a confermare una tesi sconcertante: le scuole e finanche i licei devono sottomettersi al mantra economico e tecnico, che di fatto ne viola natura e missione; aver riformato le scuole medie nel segno del loro peggioramento, che da una parte ha impoverito innanzitutto il registro linguistico dei ragazzi, attentando così alla loro capacità di pensiero, dall’altra ha appesantito di ottuso addestramento alle prove invalsi ; aver addirittura pagato consulenti per creare commissioni al Miur sulla religione cattolica e sul pluralismo religioso, nell’idea, ignorantissima, che la tolleranza passi attraverso le religioni. Guasti concreti al sistema scolastico con effetti nocivi per studenti, famiglie, insegnanti e per il Paese, per la sua reale competitività economica e democratica, tristemente in crisi. I Millenials ‘ che dobbiamo andare a prendere…’, frase sconcertante di Renzi, devono essere invece rispettati nei luoghi che li accolgono: le loro scuole.

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