L’immagine di quegli operai, sospesi a mezz’aria che sbiancano la scritta Zuccherificio del Molise, è di quelle forti. Un marchio, oggi fa più chic dire brand, che per decenni è stato uno dei biglietti da visita dell’industria agroalimentare della regione.
L’impianto, che ha ormai ammainato bandiera bianca, ha trasformato in zucchero le barbabietole per gran parte dei produttori del centro sud Italia. Un punto di riferimento per il settore e fonte di lavoro per decine e decine di famiglie della zona.
Oggi, non a caso, gli ultimi operai peraltro già licenziati dopo il fallimento dell’azienda, sono rimasti con il naso all’insù a guardare scomparire l’ultima traccia della loro fabbrica, come il capitano della nave che cola a picco.
Mentre gli imbianchini cancellavano le tracce della storica fornace, a poche decine di chilometri, il giudice del tribunale di Larino stava assegnando i beni messi in vendita all’asta al migliore offerente. Dunque, anche dall’interno lo zuccherificio sarà smontato un pezzo alla volta. I macchinari e le attrezzature sono state messe all’incanto partendo da quasi settecentomila euro. Un importo che l’imprenditore che si è aggiudicato l’offerta ha poco più che raddoppiato. Un milione e mezzo di euro, per portarsi a casa quello che funziona dietro queste mura. Una ditta del nord, che ha battuto gli altri due rilanci pervenuti al tribunale: uno di un altro imprenditore italiano, l’altro da fuori Italia. Fonti interne allo Zuccherificio riferiscono di uno stato di enorme prostrazione tra i lavoratori, ormai a casa.
E così, dopo più di mezzo secolo di storia, cala il sipario sui cartoni e le bustine di zucchero sfornati da contrada Perazzeto e scorrono i titoli finali di un’azienda di prima fascia. Sulle responsabilità del declino prima e del crac poi, con intermezzi di natura giudiziaria, si è detto e scritto in tutti i caratteri. Sul destino delle persone e delle famiglie, in questo come in tanti casi analoghi, resta un odioso clima di attesa e di sospensione. Intollerabile per una classe politica che si è presentata come il centro sinistra che avrebbe rimesso il Molise a posto.
