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giovedì, Aprile 18, 2024

Regione – Cattolica: fumata nera. Dal giorno del giudizio al giorno del supplizio

AperturaRegione - Cattolica: fumata nera. Dal giorno del giudizio al giorno del supplizio

di PASQUALE DI BELLO

Si è concluso con un nulla di fatto il vertice tra Regione Molise e Cattolica. L’istituto privato, rappresentato ai massimi livelli dai vertici della Fondazione e dell’Università del Sacro Cuore, ha puntato i piedi sul ritiro del decreto Fratturcol quale il presidente e commissario ad acta ha tagliato retroattivamente il budget della struttura di 2milioni e 600mila euro. Dopo quella di Campobasso, riunione d’emergenza a Roma al Ministero della Salute. A rischio la firma del protocollo d’intesa per l’integrazione pubblico-privato.

E’ finita con una fumata nera, anzi nerissima, il vertice programmato da tempo tra il presidente della Regione Molise e commissario ad acta per la Sanità, Paolo di Laura Frattura, e tutto lo stato maggiore di Cattolica e Fondazione Giovanni Paolo II messo insieme. L’istituto privato, come prevedibile, ha puntato i piedi sul taglio di budget operato da Frattura in maniera retroattiva: 2milioni e 600mila euro per il 2016 che vanno ad aggiungersi agli altri 3milioni tagliati nel 2015. Anche questi in maniera retroattiva. Un giochetto, quello di Frattura, che alla Cattolica non va più bene. Abbiamo sbagliato a fidarci, hanno scritto gli operatori della struttura raccolti in comitato. Lui, Frattura, pensando di mostrare i muscoli si è presentato all’assemblea indetta dal Comitato lo scorso 15 dicembre, ricevendone in cambio una dose doppia e massiccia di fulmini. Il non fidiamoci sembra essere la linea di condotta della Cattolica, anche in considerazioni delle rassicurazioni che Frattura va distribuendo a destra e a manca sul mantenimento dei posti di lavoro della struttura. Qualcosa evidentemente non funziona. I tagli, dicono i discendenti di Padre Gemelli, ci porteranno direttamente al camposanto. Lui, Frattura, ostenta sicurezza dicendo che nessun dipendente verrà toccato. Tutti resteranno alla Cattolica. Uno strano modo di ragionare. E’ come se tolta tutta l’acqua dall’acquario, si volesse sostenere l’idea che tutti i pesci vi resteranno dentro. Vero, verissimo: peccato però che i pesci in fondo all’acquario ci resteranno ma morti.
Dopo il pimo round a Campobasso, la comitiva si è trasferita con garze cerotti e guantoni a Roma, presso il Ministero della Salute dove il plotone locale, accompagnato dai tecnici nazionali, si è immerso nella composizione del protocollo d’intesa per l’integrazione pubblico-privato, ovvero Cardarelli-Cattolica, atto che va sottoscritto entro il 31 dicembre di quest’anno. E’ chiaro che anche in questo caso le acque non solo sono quelle del mare alto ma sono agitatissime. Il tema centrale resta quello della governance della struttura che Frattura vorrebbe in mano pubblica, idea surreale alla quale la Cattolica da mesi sta rispondendo con un suono fragoroso emesso da due labbra serrate.
Insomma, quello che doveva essere il giorno del giudizio si è trasformato nell’ennesimo giorno del supplizio. Per la Sanità privata e, di rimando, per quella pubblica che non sa ancora di che morte dovrà morire. Probabilmente di crepacuore o, in alternativa, di crepapelle. Davanti ai colpi di scena che si susseguono non è infatti ancora chiaro se i molisani debbano mettersi a ridere oppure a piangere.

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