9.6 C
Campobasso
giovedì, Marzo 28, 2024

Cercemaggiore. Pozzi dismessi, bonifica della zona ancora lontana

Altri comuniCercemaggiore. Pozzi dismessi, bonifica della zona ancora lontana

molisedi ANNA MARIA DI MATTEO

A parte la disponibilità di porre una recinzione attorno all’area, per il resto sembra essere sceso il silenzio sull’inquinamento ambientale a Cercemaggiore. Una vicenda che continua a preoccupare gli abitanti del paese, in particolare quelli dell’area di Capoiaccio, nella quale si trovano i pozzi petroliferi della Montedison, dismessi da oltre venti anni. Eppure, nonostante i pozzi siano stati sigillati e coperti di cemento, in tutta l’area si registrano ancora livelli di radioattività dieci volte superiori alla norma.
In questi mesi sono state avviate le procedure per mettere in campo iniziative in grado di fare piena luce sulla situazione e, soprattutto di eliminare la causa dell’inquinamento. Una vicenda approdata sul tavolo del ministero dell’Ambiente e per la quale è stata perfino istituita una task force, coordinata dal prefetto di Campobasso.
Nel frattempo, però, l’allarme resta alto. Il consigliere regionale Michele Petraroia ha denunciato il totale immobilismo delle istituzioni, con il ministero che non ha finanziato alcuna bonifica sul territorio di Cercemaggiore, dove, ha ricordato Petraroia, erano stati accertati sversamenti tossici all’interno dei pozzi, con conseguente inquinamento delle falde acquifere, del suolo e dell’ambiente. L’assenza di un registro regionale dei tumori, poi, impedisce di avere dati certi sulla causa di decessi per patologie tumorali, registrati con una frequenza preoccupante nella zona.
«Tra le preoccupazioni della rete degli enti locali e dei comitati di tutela ambientale che si è costituita a Santa Croce del Sannio, sotto l’egida del vice presidente della Corte Costituzionale Paolo Maddalena- ha ricordato il consigliere regionale – c’è anche quella di sollecitare un rafforzamento dell’azione di prevenzione sulle maxi infrastrutture, sulle trivellazioni petrolifere o i nuovi impianti eolici, affinché tutte le operazioni vengano eseguite nel pieno rispetto della normative vigente”. Per evitare, aggiungono i cittadini, che si verifichi quello che è accaduto oltre venti anni fa a Capoiaccio, dove a distanza di così tanto tempo, non è stata fatta ancora messa la parola fine.

Ultime Notizie