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giovedì, Aprile 25, 2024

Operazione antimafia in sei regioni, arresti anche in Basso Molise

AttualitàOperazione antimafia in sei regioni, arresti anche in Basso Molise
carabinieriUn’associazione di tipo mafioso che aveva messo radici in Abruzzo e in Molise. Traffico di droga e di armi, estorsione e altri reati con attività criminali estese anche nelle regioni limitrofe e all’estero, in particolare nei Paesi dell’America latina. Coinvolti, a vario titolo, elementi di spicco del clan Ferrazzo di Mesoraca, centro in provincia di Crotone.
Tutto è finito nella rete della Procura antimafia e sfociato nell’operazione ‘Isola Felice’ che ha coinvolto oltre duecento Carabinieri in altre quattro regioni: Calabria, Sicilia, Lazio e Marche. Notificata un’ordinanza di custodia cautelare del Gip del Tribunale de L’Aquila a carico di venticinque persone, quattordici in carcere. Cinque gli arresti in Basso Molise tra Termoli e Campomarino, tre in carcere a Larino e due ai domiciliari, per altre tre persone è scattato l’obbligo di dimora.
Secondo la Procura ci sono consistenti elementi per affermare l’esistenza di un’associazione criminale di natura ‘ndranghetista con base tra San Salvo, Campomarino e Termoli e composta sia da calabresi che da siciliani che da persone del posto, per lo più appartenenti alla piccola criminalità abruzzese e molisana che, nel tempo, si sono affiliati alla criminalità organizzata.
L’operazione antimafia rappresenta anche l’epilogo di un’inchiesta partita a Campobasso su iniziativa della Procura del capoluogo all’indomani del ritrovamento di un arsenale, armi nascoste in una macchina trovata in un garage di Termoli nel 2011 e che portò a Eugenio Ferrazzo, 38enne di Mesoraca, una vicenda per la quale fu condannato in primo grado a dodici anni e una pena dimezzata in appello: sei anni. Le indagini, condotte allora dal procuratore Armando D’Alterio e dal sostituto Rossana Venditti, hanno approfondito, grazie alle intercettazioni, i collegamenti dell’uomo con la malavita abruzzese e i contatti di suo padre con gli stessi ambienti in Calabria. Da qui è iniziata una collaborazione investigativa con la Procura de L’Aquila fornendo, durante gli incontro svolti alla Procura nazionale antimafia, una serie di intercettazioni ambientali effettuate nel carcere di Campobasso e riguardanti Eugenio Ferrazzo. Gli elementi di prova raccolti hanno fatto spostare il cuore delle indagini in Abruzzo senza però tralasciare il Molise. Tutto è sfociato nella maxi-operazione che ha coinvolto quasi centocinquanta indagati.

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