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venerdì, Marzo 29, 2024

I segretari comunali e la febbre: danno la colpa al termometro

Idee e opinioniI segretari comunali e la febbre: danno la colpa al termometro

termometro-1di CLAUDIO DE LUCA

Tempo addietro ebbi a scrivere che la figura del Segretario comunale aveva perduto lo smalto di un tempo, spesso attenuata dalla compresenza di un Direttore generale. Oggi si vogliono apportare modifiche definitive allo stato di una categoria soprattutto perché costa enormemente ai poveri Comuni molisani. A ben ragionare la gran parte dei bilanci non potrebbe permettersi l’utilizzo “prevalente” di una figura di cui sarebbe più opportuno fruire in consorzio. Il sen. Umberto Bossi fu l’anticipatore nel proporne la resezione ed oggi il Presidente Renzi vorrebbe cancellarla dall’ordinamento, destinando chi la incarna ad un’apposita Sezione ad esaurimento del ruolo dirigenziale. Fra le varie voci levatesi a difesa c’è stata quella di Cantone, Presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione, che ha espresso perplessità per “l’opera fondamentale espletata a garanzia del coordinamento dell’attività amministrativa e della legittimità dell’operato degli enti locali”. Come sempre, tra enunciati e realtà, corre un mare d’acqua. E che sia soltanto la legge a parlare in tali termini è raccontato da una vicenda di “iceberg” segretariali riversata dal Comune di [***] che lascia intendere in quanti casi questa figura sia diventata una sorta di “passepartout” per “agevolare” certi comportamenti della Politica. Nel centro in questione il Segretario, appena insediatosi, durante un’assise consiliare, dichiarò che il Sindaco aveva un conflitto di interessi con una Società partecipata di cui era dipendente la moglie. Ma, dopo un paio di mesi si rimangiò tutto. La vicenda, che magari si replica “ad libitum” in mille altri enti, rivela che potrebbero essere ben pochi coloro che svolgono doverosamente i propri compiti per il buon motivo di “dipendere” dal primo cittadino da cui sono stati nominati. Essere rispediti a casa è diventato facile; e, di recente, la legge di riforma della P.a. (che ha ricevuto il primo ‘sì’ da parte del Senato e adesso si trova in discussione alla Camera dei deputati) ci ha messo l’aggiunta. Naturalmente la ventilata abolizione ha fatto infuriare gli aventi causa che, in grazia delle novissime norme, si scoprono paladini della legalità anti-corruzione senza di avere quasi mai prodotto un atto al riguardo.

E’ in quest’ottica che scorreva l’articolo di un cronista che ha conosciuto tanti “grandi” Segretari; se ne scriveva senza polemiche e senza riscontri personalistici. Ebbene, per attenuare l’obiettività dei contenuti, il sito del “Forum dei Segretari comunali e provinciali” (pur riconoscendo, con Foucault, “Forse oggi l’obiettivo principale non è di scoprire che cosa siamo, ma piuttosto di rifiutare quello che siamo per costruire ciò che dovremmo diventare”) si è dedicato a fare del “gossip” ipotizzando che un ex-funzionario comunale (quale io sono) abbia scritto in odio a qualche appartenente alla categoria con cui i rapporti sarebbero stati burrascosi. Per di più, avendo appreso, che mi ero occupato di polizia locale, taluni si sono divertiti a trarre battute (1.”Ha scritto un articolo come si dà una sanzione al Cds. Chi gli ha dato la patente?” 2. “Ognuno ha la sua lobby. Lui ha l’hobby di scrivere”, detto di uno che ha collaborato, per anni, con le Riviste del Gruppo Maggioli). Sono comportamenti che si commentano da soli, cosicché non è il caso di tenerli in conto. Ma meno male che, accanto a tanti tipi facèti, c’è pure chi ragiona e si pone il problema:”Non ridurrei la questione alla cattiva inclinazione dell’articolista. Purtroppo, come hanno mostrato anche trasmissioni serissime come ‘Report’, il suo è un punto di vista piuttosto diffuso nella pubblica opinione italiana. Il problema dei Segretari comunali esiste e noi commettiamo sempre il solito errore: quello di rompere il termometro per non curare la febbre”.

Oggi, il ruolo della categoria è obsoleto. Nacque dopo l’Unità d’Italia quando si temeva che le autonomie potessero rivelarsi “absolutae” ben al di là della definizione posta in diritto. Perciò dovevano essere ricondotte all’Autorità centrale. Di qui l’istituzione segretariale (dipendente dal Prefetto e dal Ministero dell’interno) e le qualità attribuite ai Sindaci di Ufficiale di Governo e di Autorità di Ps che comunque li avrebbe condotti a riferirsi ad Uffici periferici dello Stato (Prefettura e Questura). Persino ai Vigili urbani vennero conferite qualità (di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza) in maniera da porli alle dipendenze della Magistratura inquirente e dei Commissariati. A distanza di oltre 150 anni dall’Unità c’è un Governo a cui parrebbe più che giusto voltare pagina. Pensate che sia anòmalo che, a pensarla allo stesso modo, non siano proprio i Segretari comunali?

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