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lunedì, Aprile 29, 2024

Eccellenza in ambito sanitario: saper dare risposte adeguate e di qualità

AttualitàEccellenza in ambito sanitario: saper dare risposte adeguate e di qualità

3910newsdi MINO DENTIZZI

Nel dibattito su dove sta andando la sanità molisana spesso si afferma che le strutture pubbliche non offrono prestazioni di eccellenza al contrario di quelle private. Ma cosa è l’eccellenza in sanità? E come riconoscerla senza essere ingannati dal marketing purtroppo entrato nella sfera della sanità e utilizzare, piuttosto, criteri oggettivi che consentono la formulazione di un giudizio sul funzionamento di un servizio sanitario? La tendenza è quella di identificare la prestazione complicata, quella che non può e non deve essere affrontata in tutti le strutture, quella che fa notizia (e marketing!)  con l’eccellenza. In pratica si confonde l’eccellenza con la complessità.
La complessità (“alta”, “media” e “bassa”) può essere in relazione al grado di difficoltà della prestazione da erogare (p. es. alcuni interventi chirurgici) o in relazione alla assistenza, vale a dire rispetto alle necessità e ai bisogni sanitari del paziente. Una cosa è l’appendicectomia, un’altra la gastroresezione o la colectomia. Diversa la assistenza ad un malato di Alzheimer da quella ad un paziente terminale.
Sono aspetti totalmente ovvii e quasi offensivi per degli addetti ai lavori, ma che ci portano a soffermarci sulle diverse tipologie di domanda da affrontare in maniera diversa con strutture, personale, apparecchiature e procedure adeguate alla bassa, media o alta complessità per dare la migliore risposta alle necessità ed ai bisogni posti dall’utenza.
Eccellenza significa dare risposte adeguate e di qualità alla domanda che viene posta, sia essa di alta o di bassa complessità. Centro di eccellenza può essere quello dove si esegue un piccolo intervento, dove si affronta una patologia minore con tutte le modalità di correttezza e competenza e non solo quello dove si esegue l’intervento complesso e complicato.
Ed il concetto di eccellenza può e deve essere applicato anche a tutti i servizi e le prestazioni territoriali (assistenza domiciliare, centri diurni, RSA, ospedali di comunità, ecc..)
Se un determinato ospedale non esegue prestazioni di alta complessità non deve scattare immediatamente il giudizio negativo nel falso convincimento che solo un’organizzazione in grado di affrontare patologie complesse può raggiungere livelli di eccellenza.
Suddetta opinione, infatti, è quanto mai sbagliata perché proprio i centri ospedalieri dediti all’alta complessità non dovrebbero impiegare tempo, risorse ed organizzazione per rispondere alla media e minore complessità. Come pure il contrario.
Se la offerta sanitaria è diversificata, si assicurano i migliori risultati per l’utenza, la migliore qualità delle prestazioni e, in sintesi, la tutela della salute ed anche, visto che purtroppo si parla sempre di soldi, la migliore allocazione delle risorse.
Dato per scontato che è innegabile l’esistenza di una qualche differenza reale tra un ospedale ed un altro, tra un ambulatorio ed un altro, tra un operatore ed un altro, il Servizio Sanitario Nazionale deve comunque assicurare ad ogni cittadino lo stesso livello di cure in applicazione totale ed assoluta delle garanzie costituzionali.
Componenti della eccellenza sono il personale, la struttura, le tecnologie ovvero le apparecchiature.
Nel Molise il Servizio Sanitario regionale pubblico fino a un lustro fa forniva diversi servizi e prestazioni di eccellenza. Purtroppo questi stanno sempre diminuendo, ma come si fa a mantenere elevati livelli di eccellenza se i medici e gli infermieri sono sempre meno, le strutture non hanno manutenzione, i servizi di pulizia e di mensa non garantiscono più standard decenti, le cooperative che si occupano di assistenza domiciliari sono malpagate, le apparecchiature non sono rinnovate?
E tutto in nome del pareggio di bilancio!!!

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