23.1 C
Campobasso
domenica, Maggio 19, 2024

Isernia. Violenze sulle donne e i bambini, come riconoscerle e ricominciare a vivere

AttualitàIsernia. Violenze sulle donne e i bambini, come riconoscerle e ricominciare a vivere

image2di LUCIA LOZZI

La violenza sulle donne il tema tanto discusso e scottante che lascia senza parole e attoniti di fronte alle numerose morti che si susseguono. Presentati dalla libreria Razzante di Isernia il libro “Zero Amore” e “L’infante e la bestia” di Giacinto Spigarelli , romanzi forti, momenti dolorosi raccontati in un linguaggio quanto mai vero. Presente l’avv.to Cira Di Feo, l’associazione Ti amo da morire Onlus con il presidente Serenella Sestito e l’associazione Polaris con l’intervento delle psicoterapeute Sandra Fascia e Gilda Paniccia che con Alessia Pinelli hanno affrontato il tema della violenza dal punto di vista della donna, dell’uomo e dei bambini e le conseguenze che tale violenza comporta . Violenza di genere e violenza sulle donne. Violenza fisica, economica, psicologica , domestica , contesti sociali in cui la pedofilia regna sovrana in nome dell’omertà. Violenza coniugale e assistita , violenza sulle mamme che vede bambini osservare in casa tale orrore. Violenza diretta e indiretta che provoca tale evento. “Zero Amore” è un romanzo che tratta appunto di una storia reale di violenza sulle donne, una storia dei nostri giorni, offerta con minuziosa descrizione per far interagire il lettore con la vittima in modo che possa comprendere e percepire, veramente, la gravità della situazione. Un grande storia d’amore di una ragazza che, senza rendersi conto, si trova tra le braccia di una “bestia”, che la porterà in un vorticoso teatro di violenza tale da non poterne più uscire fino a quando non comprende che la parola AMORE, celata nel suo rapporto, altro non è che una violenza. L’AMORE PURO, l’amore vero non cela inganni ma e disponibilità verso l’altro, rispetto, comprensione, collaborazione, aiuto, insomma amore puro. La violenza sulle donne è purtroppo un argomento di scottante attualità; non passa giorno che giornali, tv e internet non riportino notizie di aggressioni subite dalle donne, violenze che sfociano spesso in atti di brutalità estrema con una frequenza davvero preoccupante. L’impatto è devastante anche quando la persona ne viene, in apparenza, fuori e così in psicoterapia capita sovente di sentir parlare le donne di traumi subiti in passato con una rabbia ancora bruciante. A volte possono essere passati anni, ma è come se la mente e il corpo fossero rimasti là, incastrati nello scenario su cui l’orologio si fosse fermato al momento della violenza subita. Quando si domanda a queste donne cos’è successo dopo nelle loro vite, comunemente spendono poche parole per l’esistenza che conducono oggi, vite in apparenza normali, dove non succede niente che valga la pena raccontare. Purtroppo, ancora oggi, troppe donne reagiscono a una violenza sessuale col silenzio e la vergogna, addossandosi almeno in parte, e magari inconsciamente, una colpa che è invece del tutto di altri. Per chi ha già raggiunto questo stadio sono altri i passi da fare, passi che ci invitano a usare la collera per proteggere meglio il nostro territorio, segnare più chiaramente i confini in modo da non esporci di nuovo ad altre violenze, darci un risarcimento riscattandoci in una professione gratificante o in una relazione finalmente felice, tutti modi di trasformare la rabbia in forza compatibile con la vita, così da tornare disponibili, attive, ancora capaci di speranza. ” L’Infante e la Bestia “, invece, un altra testimonianza di assurda violenza ma, nel caso specifico, verso i bambini. Un romanzo d’autore in cui si evince tutta la sofferenza interiore di un bambino sacrificato alla violenza più cruda ed inquietante intervistando la vittima stessa. Tratto da una storia vera, il testo vuole essere uno spunto di riflessione per chi sa e per chi non sa che esistono fantasmi in armadi molto vicini a noi: nostri simili che vediamo ogni giorno ma che preferiamo definire fantasmi per illuderci di non vederli. Vuol essere un modo per fornire informazioni su come e quando riconoscere un bambino vittima di violenze familiari. Lungo il percorso di un inchiesta giornalistica, Ugo Spigolotti, il relatore del romanzo, dopo alcune interviste confidenziali a testimoni esterni , accompagna il lettore verso la confessione della vittima ormai in età adulta. Emergeranno prima le cause dell’inizio di un lungo periodo di violenza e poi, descrizioni meticolose di ogni tortura ricevuta dal bambino, di sintomi fisici e psicologici, di spiegazioni del suo rapporto con se stessa e con il carnefice e con il mondo esterno. Famiglie in cui fratelli e mamme sono complici silenziosi del carnefice, bambini vittime di violenza da parte di conoscenti e silenzio assordante di chi sa ma che per vergogna non parla. Violenza di donne in casa e bambini che la osservano. Un adulto può scappare dalla violenza, un bambino no, non la capisce ed è destinato a subirla. L’intervento di un adulto lo salverebbe portandolo via con se’, proteggendolo, ricorrendo ad associazioni, aiuto, ma, come di consueto, si arriva all’ultimo stadio, il non ritorno. Riconoscere i segnali d’allarme e intervenire in tempo utile vuol dire salvare un figlio, una madre, perché anche di violenza assistita parliamo, di violenza che si osserva senza far nulla per omertà. L’ancora di salvezza non arriva e una vita ancora si spezza. Tanti di questi casi sfociano, in seguito, in veri e propri atteggiamenti terroristici, il bullismo ad esempio, e spesso affondano le loro radici in problematiche di questo tipo. Denotano un alto livello di disadattamento che non permette più di ritornare alla normalità. I genitori, in molti casi, sono i primi che giustificano questa violenza assistita dai bambini e tendono a minimizzare senza comprendere l’ulteriore danno che arrecano loro. Uno dei danni più gravi che vengono provocati, di cui grande sostenitore il teorico John Boldly, e’ il senso di impotenza e frustrazione che i bambini non riescono a gestire, il senso di colpa pensando che i genitori litigano per colpa sua. Ne deriva un autostima bassa, e quando la violenza raggiunge dei livelli fisici fortissimi e sessuali, i bambini acquisiscono particolari comportamenti che saltano subito all’occhio, alterazioni neurologiche e cognitive che andrebbero riconosciute, sviluppano paura e tendono all’isolamento chiudendosi in se’ stessi. Violenza sui bambini da parte di genitori che, incapaci di gestire un pianto, hanno reazioni forti con scossoni del bambino stesso provocando la cosiddetta ” Sindrome del bambino scosso” che provoca anche danni celebrali. Una serie di violenze sui bambini e viste e vissute dai bambini che riempiono le pagine di cronaca solo alla fine, quando più nulla si può riparare. Bisogna trovare il coraggio di denunciare la violenza che le donne e i bambini subiscono, non si deve più giustificare, da parte di alcuno, comportamenti anomali di un partner, di una madre, di un familiare , di un conoscente, di un educatore, in nome di un amore che altro non è che possesso, devianza, follia che provoca solo dolore. Hanno fatto da sfondo durante la presentazione le splendide foto, rigorosamente in bianco e nero e con forti contrasti, di Marcella Cicchino, ” La Donna, di te il dolore sia luce”. Un racconto per immagini dedicato alla donna e alla sua inesauribile forza vitale, introspettivo, fatto di volti e sguardi, che si inserisce nel contesto della giornata internazionale contro il femminicidio e di cui parte esposte a Milano alla mostra sulla violenza contro le donne. In modo forte e delicato, contemporaneamente, hanno evidenziato, né il loro sguardi, tutto il dolore e il vuoto di una violenza, del femminicidio, della pedofilia, della violenza assistita in modo diretto e indiretto dai bambini e le conseguenze. Libri da leggere e immagini da guardare, su cui meditare, per accrescere la propria consapevolezza, utile a molte donne, fidanzate, mogli e madri per liberarsi prima che sia troppo tardi, per acquisire quel senso di dignità e accrescere un senso di cittadinanza solidale fondata sull’empatia piuttosto che su informazioni aleatorie che non rendono l’idea della gravità di certe esperienze e situazioni. Strumenti di informazione per fare esperienza del mondo dell
a violenza sulle donne e sui bambini .

Ultime Notizie