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sabato, Aprile 20, 2024

Frattura e il comò. Storia a cassetti della Regione Molise

AperturaFrattura e il comò. Storia a cassetti della Regione Molise

comò

di PASQUALE DI BELLO

Sanità: Frattura “commissaria” il Consiglio regionale. Ennesimo atto di prepotenza istituzionale del presidente della Regione verso le prerogative dell’assemblea legislativa. Convocato in IV commissione per essere ascoltato sulla proposta di riordino del Sistema sanitario regionale, il presidente-commissario non si presenta né fa pervenire alcuna comunicazione o giustificazione. La Sanità, secondo Frattura, è una questione da trattare in sede extra-istituzionale, privato o di partito.

Sanità. Ennesimo atto di prepotenza istituzionale del presidente della Regione, Paolo di Laura Frattura, nei confronti del Consiglio regionale. Convocato dal presidente della IV commissione, Nunzia Lattanzio, il presidente-commissario non si è presentato né ha mandato alcuna comunicazione o giustificazione. Al contrario, riconoscendo di fatto l’interlocuzione della commissione e quindi del Consiglio, con due note separate di giustificazione il sub-commissario alla Sanità, Gerardo Di Martino e il Direttore amministrativo dell’Asrem, Bruno Riccardi, hanno comunicato la loro impossibilità ad intervenire garantendo al tempo stesso disponibilità e collaborazione.

L’audizione di Frattura e degli altri due, era stata chiesta da Nunzia Lattanzio per riportare su un binario istituzionale il dibattuto Piano di riorganizzazione della Sanità molisana, oggetto negli ultimi mesi di accordi semi-privati tra big di partito e completamente sottratto alle funzioni del Consiglio regionale. A sostegno della richiesta della Lattanzio, oltre all’art. 120 della Costituzione, stanno ben due sentenze della Corte costituzionale, la 361/2010 e la 278/2014 (quest’ultima firmata dall’attuale Capo dello Stato, Sergio Mattarella) che, entrambe, hanno ribadito le prerogative dell’assemblea legislativa regionale, sovrana rispetto a qualsiasi forma commissariale. Di parere contrario si era dichiarato Frattura, interessato più ai compromessi di partito, come quello raggiunto con i parlamentari Ruta e Leva, anziché al dialogo istituzionale. Frattura, trincerandosi dietro una procedura farlocca, secondo la quale egli in veste di commissario alla Sanità risponderebbe solo al Governo, ha eluso ancora una volta la questione centrale: quella politica. Per l’ennesima volta ha rifiutato, anzi disertato, il confronto istituzionale riaffermando una visione autoritario- collerica delle proprie prerogative. Non a caso la Lattanzio è stata oggetto degli strali presidenziali e degli osannatori a cottimo del governatore.

Nel frattempo, sempre a firma Frattura, proprio in quarta commissione è arrivata la proposta di legge di Giunta regionale sul “Riassetto del sistema sanitario regionale”. Insomma, a giorni alterni Frattura decide, a seconda delle convenienze, se agire come presidente o come commissario. La sua è una concessione, come dire?, a comò delle istituzioni. Nel primo cassetto c’è la maglietta da commissario, nel secondo quella da presidente, nel terzo gli accordi con Ruta e Leva e nel quarto la versione integrale, che nessuno conosce, dei Piani operativi. Il Consiglio regionale, come al solito, resta fuori dal comò di Frattura e rinchiuso nello stanzino degli spazzoloni.

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