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mercoledì, Settembre 10, 2025

Referendum, Frattura prima lo propone poi annuncia: “voto no”

Ambiente e territorioReferendum, Frattura prima lo propone poi annuncia: "voto no"

SIGNAL HILL, CA - MARCH 6:  Pumps draw petroleum from oil wells near homes at sunrise as the cost of crude oil tops $104 per barrel in its surge to new record high prices March 6, 2008 in Signal Hill, California. The cost of crude has California drivers paying more than ever. Statewide gas prices are now 58 cents a gallon higher than the same time last year.  (Photo by David McNew/Getty Images)

di GIOVANNI DI TOTA

Poche idee, ma confuse. Quasi nessuna di sinistra: che si tratti di sanità o di trasporti, di difendere il territorio o gli interessi, le aziende o il lavoro, l’attuale maggioranza che occupa palazzo Moffa ha mostrato un solo lato: l’indecisione e la mancanza di chiarezza.

Una totale assenza di linea politica condivisa e portata avanti, come si diceva al tempo in cui i partiti funzionavano, in modo unitario. E quando l’unità diventava utopia, il che non era poi così raro, almeno ci si rifaceva a quella che veniva definita disciplina di partito.

Il caso del referendum sulle trivelle è emblematico. Domenica milioni di italiani saranno chiamati alle urne perché, in base al dettato della Costituzione, un comitato referendario ha promosso la consultazione popolare sul tema delle ricerche degli idrocarburi. Un comitato del quale sono parte fondamentale i consigli delle regioni più interessate all’argomento: Basilicata, Campania, Liguria, Marche, Puglia, Sardegna, Veneto e, è bene ricordarlo, Molise. Le assemblee legislative di queste regioni si sono imposte affinché sulle trivellazioni si esprimessero i cittadini.

Oggi, a distanza di poche ore dal voto, la personalità di maggior peso istituzionale e politico della regione Molise, vale a dire il presidente Frattura, rende pubblico il suo ‘referendum pensiero’: andrò a votare – ha fatto sapere – e voterò no. Domenica mi spoglio da presidente – ha spiegato – e vado a votare da cittadino”.

Anche in questo caso, però, le idee si sono mischiate e quello che ne viene fuori è il solito papocchio. Se Frattura domenica avesse voluto fare solo il cittadino si sarebbe potuto e dovuto risparmiare la propaganda. Siccome il governatore è in carica soprattutto quando va alle urne rappresenta in quel momento l’immagine di una regione che ne viene fuori ridicolizzata da una scelta che fa a cazzotti con la battaglia fin qui condotta da lui stesso e dalla maggioranza che lo sostiene. Convinto dal renzismo di ritorno, Frattura ha oggi una sola strada per salvare la faccia sul piano politico: quella di rimanere abbarbicato al premier e a tutto ciò che ne consegue. Legittimo e chiaro.

Ciò che fa ancora più tristezza, sempre sul piano politico, è l’atteggiamento di una maggioranza infarcita di sinistra che lo sostiene e lo supporta, anche quando non lo sopporta. E’ Sel, sinistra ecologia e libertà, del cognato Nico Ioffredi, è Salvatore Ciocca comunista italiano, è la sinistra del Pd di Michele Petraroia e Francesco Totaro, del difensore di agricoltura e ambiente, nonché suo vice Vittorino Facciolla, del termolese Filippo Monaco.

Cosa faranno tutti questi signori, domenica? Voteranno da cittadini o da consiglieri regionali di uno sgangheratissimo centro sinistra?  Per capire cosa fare da qui al rinnovo delle loro cariche stiamo in attesa di saperlo.

 

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