Il rapporto della dottoressa del pronto soccorso del Cardarelli sarà esaminato dal consulente del Pubblico ministero. Sarà lui a stabilire per l’accusa se Mirela Mariuti poteva essere salvata.
La 32enne rumena, sposata con un uomo di Trivento e madre di una bambina di cinque anni, è morta presumibilmente per una gravissima crisi emorragica, dopo aver abortito in casa sua. Ma prima di partorire il feto di circa 25 settimane ormai senza vita, Mirela si era fatta accompagnare d’urgenza in ospedale, lamentando forti dolori addominali.
Tutte le procedure del caso, ha poi precisato l’azienda sanitaria, sono state eseguite in modo corretto. In la donna avrebbe dichiarato di non essere in gravidanza, ignorando lei stessa di essere incinta. A questo punto la dottoressa di turno quella sera al pronto soccorso le aveva diagnosticato una cistite e l’avrebbe dimessa prescrivendole una cura farmacologica.
Ma quei dolori, qualche ora più tardi, si sarebbero trasformati in un aborto spontaneo e nell’emorragia che con molta probabilità ha ucciso la giovane madre. A stabilire le cause del decesso sarà il risultato dell’autopsia, effettuata da Margherita Neri, anatomopatologa dell’università di Foggia. Ma per capire se la diagnosi e il comportamento della dottoressa del Cardarelli siano stati adeguati al caso clinico, il sostituto Barbara Lombardi che ha iscritto il nome del medico sul registro degli indagati, ha dato un nuovo incarico. Sarà il primario del policlinico di Bari, che prenderà la consulenza venerdì, a studiare la cartella clinica e a stabilire se le procedure seguite nell’urgenza siano state corrette. Mirela, dopo essere tornata a Trivento, era stata riportata d’urgenza in ospedale, ma stavolta le sue condizioni erano disperate. E in camera operatoria, stando a quanto riferiscono i documenti dell’Asrem, era arrivata già in arresto cardiaco. Venerdì a Trivento ci sono stati i funerali di Mirela. Nei prossimi giorni il marito, anche in base ai risultati delle perizie, deciderà se aggiungere una sua denuncia al fascicolo per omicidio colposo già aperto in procura.
