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venerdì, Aprile 26, 2024

I cittadini per la salute: basta incenerire rifiuti, fuori i dati epidemiologici e sulla qualità dell’aria

AttualitàI cittadini per la salute: basta incenerire rifiuti, fuori i dati epidemiologici e sulla qualità dell'aria

cittadini saluteTra Pozzilli e Sesto Campano si bruciano poco meno di 120mila tonnellate di rifiuti l’anno; 93mila nell’inceneritore dell’Herambiente e altre 25mila alla Colacem. Per il comitato «Cittadini per la salute» sono cifre spropositate rispetto al reale fabbisogno del Molise. Senza contare – dicono – che gli impianti di incenerimento generano sostanze pericolose per la salute umana. Dopo aver raccolto informazioni e incassato il sostegno di numerosi cittadini residenti a ridosso e nella piana di Venafro, il comitato ha deciso di prendere ufficialmente posizione: se da un lato ribadisce il proprio «no» convinto «alla possibile stipula di un accordo tra le Regioni Molise e Abruzzo per lo smaltimento di altri rifiuti a Pozzilli» e un altro «no all’individuazione dello stesso impianto come “infrastruttura di interesse strategico nazionale”», dall’altro invita «i Comuni di Pozzilli, Sesto Campano, Venafro, Montaquila, Monteroduni, la Provincia, la Regione e le autorità ad adottare tutti i provvedimenti di competenza per ripristinare il rispetto dei principi di prevenzione e precauzione, di legalità e correttezza». Gli esponenti del comitato temono infatti che eventuali sforamenti dei limiti imposti dalle norme potrebbero causare malattie mortali. Preoccupazioni, queste, motivate anche da un’altra amara realtà: ad oggi la Regione non dispone di dati fondamentali, su tutti quelli epidemiologici e delle matrici ambientali. Non a caso – fa notare ancora il comitato – nel 2012 “la Regione Molise è stata diffidata dal ministero dell’Ambiente a causa delle gravissime inadempienze alle normative poste a presidio dell’ambiente e della salute pubblica”. Per i cittadini è arrivato il momento di dire basta a queste carenze e omissioni. Da oggi bisogna cambiare registro e smetterla con quel “silenzio istituzionale che nel passato e fino ad oggi – concludono i referenti del comitato – ha esposto i cittadini a un illecito rischio del quale ancora oggi non si conosce né l’entità di concretizzazione né gli esiti sulla salute pubblica”.

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