Le Isole Tremiti sono solo la punta dell’Iceberg, tutto il mare Adriatico rischia di finire nelle mani esclusive dei petrolieri. A lanciare l’allarme sono i coordinamenti contro le trivellazioni di Abruzzo, Marche e Molise che in seguito alla notizia del permesso rilasciato alla Petrolceltic davanti alle Diomedee e a Termoli hanno tracciato un quadro delle richieste di tutte le società dal Veneto alla Puglia scoprendo che oltre le 12 miglia ci sono 23 istanze, di cui 13 sono in dirittura d’arrivo. Pochi mesi ancora e anche queste saranno definite. All’occhio saltano le richieste di prospezione avanzate dalla Spectrum Geo, due aree vastissime di fronte alle Marche e alla Puglia per un totale di circa 3milioni di ettari. Ci sono poi istanze ancora tra Ancona, San Benedetto e Pescara, di fronte Rimini, tra Brindisi e Barletta. Insomma un vero e proprio «far west» secondo i coordinamenti che chiedono un’immediata moratoria sul rilascio di nuovi titoli minerari nell’intero Adriatico, e dunque un’azione coordinata a livello comunitario tra enti locali e associazioni per bloccare l’operato del Ministero dell’Ambiente e dello Sviluppo Economico, che -secondo i movimenti – sarebbe contrario alle normative ambientali europee. Si chiede inoltre agli enti interessati di far sentire il proprio dissenso al Ministero e di partecipare ai ricorsi amministrativi oltre che proporli, perché il più delle volte le procedure sono viziate. Basti pensare che le istanze di permesso di ricerca possono essere estese al massimo a 75mila ettari. Ma le società aggirano l’ostacolo presentando domande per aree vicine ottenendo decreti di via e pareri favorevoli anche nello stesso giorno. Intanto per il 17 gennaio è prevista proprio a Termoli una riunione di coordinamento dei movimenti. Un’occasione per confrontarsi sulle azioni da intraprendere.
Adriatico in mano ai petrolieri: dal Veneto alla Puglia presentate 23 istanze
