di LUCIO DI GAETANO
Alcune curiosità sulla storia della tentata estorsione ai danni del Presidente della Regione.
Posto che il reato sarebbe stato consumato nel corso di una cena tenutasi a ottobre 2013:
1) Perché il Presidente della Regione non si è ribellato pubblicamente e tempestivamente a queste violenze?
2) Perché il Presidente ha aspettato 14 mesi (420 giorni) per denunciare i fatti?
3) Perché il Presidente non si è alzato da tavola indignato e offeso e non ha chiamato all’istante la forza pubblica?
4) Se il trauma da tentata estorsione è stato così violento da determinare la mortificazione della vittima e lo stato comatoso per 14 mesi, perché il Presidente non rammenta la data esatta nella quale si verificarono i fatti?
5) Davvero il suo avvocato (persona che conosco e stimo, tutt’altro che avvezza a queste sceneggiate RIDICOLE) ha asseverato con la propria testimonianza questi stessi fatti?
6) E perché egli non ha consigliato al proprio cliente di abbandonare immediatamente quella cena? O chiarito subito, indignato, a tutti gli astanti, le inevitabili conseguenze penali e reputazionali della “cena delle estorsioni”?
7) Davvero la persona più potente della Regione, massimo rappresentante istituzionale, rampollo di una nobile famiglia politica, ricco imprenditore, stimato professionista, è così timoroso da non esplodere in una fragorosa risata innanzi a due pazzi che vaneggiano insulse minacce?
8) Ma, soprattutto, la violenza ingiusta che sarebbe derivata dal ricatto eroicamente respinto, dov’è? Qual è? Quali false notizie Telemolise ha diffuso o sta diffondendo per vendicarsi? O si crede che la diffusione di notizie vere – o, peggio, il dissenso politico – possa considerarsi “danno ingiusto” al pari di una testa di cavallo nel letto presidenziale?
Chissà se e quando conosceremo la verità: certo è che, se fosse tutto vero, un soggetto così impressionabile e poco eroico dovrebbe dedicarsi a compiti ben meno impegnativi che governare una Regione.