Il cimitero di Campobasso scoppia e presto non ci sarà più posto. L’amministrazione comunale sta correndo ai ripari, mettendo in atto una serie di interventi che consentano di affrontare quella che comincia ad assumere le caratteristiche dell’emergenza.
Così, entro la fine dell’anno, al massimo l’inizio del 2016, partiranno i lavori per la realizzazione di altri mille loculi nel camposanto di contrada San Giovanni ed una cinquantina nell’altro cimitero, quello di Santo Stefano.
Intanto, nel 2016 scadranno molte delle concessioni che i cittadini pagano al Comune per i posti assegnati nel cimitero. Fino ad oggi, la durata delle concessioni è di 40 anni, ma la struttura tecnica, dietro indicazione dell’amministrazione comunale, sta pensando di ridurre la durata a venti anni al massimo.
Ed in occasione della scadenza delle concessioni, i parenti dei defunti avranno la possibilità di rinnovarle o di consentire l’esumazione dei resti e trasferirli nell’ossario. Un lavoro più complesso riguarda, invece, le salme per le quali non ci sono parenti. In questo caso la struttura tecnica dovrà fare ricerche approfondite per risalire ai familiari più prossimi. Solo loro potranno dare l’assenso a spostare i resti nell’ossario.
«La situazione del cimitero di Campobasso è simile a quella degli altri camposanti italiani – ha spiegato l’assessore ai Lavori pubblici, Pietro Maio – e stiamo cercando di affrontarla al meglio». Una situazione che inevitabilmente fa tornare in primo piano la questione legata alla realizzazione del tempio crematorio, che tante polemiche sta suscitando in città. Il progetto per il momento è sospeso, per consentire all’amministrazione comunale di scegliere il sito sul quale costruirlo: il cimitero di San Giovanni o quello di Santo Stefano. Una scelta che, qualunque essa sia, scatenerà la protesta dei residenti. Perché il tempio crematorio, a Campobasso sono in pochi a volerlo.
amdm
