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giovedì, Aprile 25, 2024

Frattura al giro di boa, la Regione al cimitero. Dal “Molise di tutti” al Molise dei crisantemi

AttualitàFrattura al giro di boa, la Regione al cimitero. Dal “Molise di tutti” al Molise dei crisantemi

corona-di-fiori-pd-2di PASQUALE DI BELLO

Sono trascorsi oltre due anni e mezzo e la legislatura con il rinnovo del Presidente del Consiglio è giunta al suo giro di boa. Dall’avvento di Frattura il Molise registra una caduta verticale di ogni settore. Le crisi vecchie nuove stanno portando la Regione verso un inesorabile declino e verso l’estinzione.

Avvicinandosi il giorno dei defunti, la Regione Molise si appresta a rinnovare i propri organi consiliari: Presidente, Ufficio di Presidenza e Commissioni. A non essere rinnovate, invece, saranno le bislacche figure dei Consiglieri delegati. Lo statuto regionale non ne contempla l’esistenza, a testimonianza di quale truffa politica essi rappresentino. Cambieranno parzialmente i suonatori ma la musica, c’è da giurarlo, rimarrà a stessa. Anzi, peggiorerà. La coincidenza con la ricorrenza dedicata ai trapassanti, seppur casuale, assume un in questa circostanza un suo connotato specifico, un significato metapolitico. Paolo Frattura, l’uomo che incarna questa stagione, in soli due anni e mezzo è stato capace di trasformare quello che doveva essere il “Molise di tutti” nel Molise dei crisantemi. Forse l’unico a non essersene ancora accorto è proprio lui, o forse lo sa bene. Sta di fatto che il Molise, in questi due anni e mezzo, è letteralmente morto. Non che in precedenza stesse bene, governato da Iorio, ma Frattura, che si era proposto come medico e come cura, si è rivelato alla fine un pessimo medico e la sua una cura peggiore del male. Aveva promesso che il Molise avrebbe smesso di soffrire, ed è stato di parola. Purtroppo non ci aveva detto che la sua cura sarebbe stata un’iniezione di stricnina.

Non vi è campo dove non si registri un decesso o, quantomeno, un’estrema unzione. Sanità, lavoro, crisi industriali, trasporti, sociale, infrastrutture. Tutto fermo, immobile come una salma pronta ad essere interrata. Tuttavia, in questi due anni e mezzo dove tutto è andato a ritroso, alcune cose sono cresciute: la tensione sociale, ad esempio. La sparata fatta alla Gam (documentata dalle telecamere) è uno degli episodi più tetri della storia politica molisana e un esempio che rende perfettamente l’idea. Alla distruzione del tessuto economico e sociale, va poi aggiunta quella politica. L’avvento di Frattura ha letteralmente liquefatto il PD, un partito a brandelli impegnato quotidianamente in un corpo a corpo, in un tutti contro tutti, in una resa dei conti perenne tra coloro che solo due anni e mezzo fa vinsero le elezioni. Basti pensare agli attuali rapporti tra Frattura e i sui inventori, i parlamentari Ruta e Leva, per farsene un’idea. Accanto a questo, ci sono poi le vicende imbarazzanti che hanno colpito il governatore e che hanno costretto i conduttori delle “Iene” a prendere residenza in Molise. L’episodio della “Casa al mare”, per fare un esempio, sta assumendo la fisonomia di un film dell’orrore.

Quello che accadrà da qui a qualche ora è facilmente prevedibile. Niente. L’elezione a Presidente del Consiglio regionale di Vincenzo Cotugno non porterà alcun cambiamento. E’ solo un giro di boa, nulla più, e il Molise continuerà nella sua lenta e inevitabile agonia. Tuttavia, in questo panorama di mummie e di salme, dove nulla è destinato a mutare, auguriamoci almeno che cambino le giacche di Cotugno e che si adeguino al generale clima di lutto e mestizia prodotto dall’avvento di Frattura. Dal quadrotto rossoblù, passi al nero che più si addice alle cerimonie funebri. Alle esequie del Molise, glielo assicuriamo, farà una gran bella figura. Al punto in cui siamo, non ci serve un Presidente del Consiglio, ci serve un becchino.

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