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venerdì, Aprile 19, 2024

Riaprono i manicomi. PD Molise, un partito sul nido del cuculo

AperturaRiaprono i manicomi. PD Molise, un partito sul nido del cuculo

cuculodi PASQUALE DI BELLO

Scoppia in tutta la sua drammatica evidenza l’inconsistenza politica e progettuale del Partito democratico molisano. Lo scontro al calor bianco tra il parlamentare Danilo Leva e il segretario regionale Micaela Fanelli mostra i limiti e le fratture di un partito inadatto a guidare il Molise.

Per capire il PD molisano e la fase manicomiale nella quale è ormai sprofondato senza scampo, basta fare un giro sui social network. Più o meno alla stessa ora di domenica scorsa, da una lato l’ex segretario regionale del PD e attuale parlamentare, Danilo Leva, e dall’altro l’attuale segretario, Micaela Fanelli, sono stati protagonisti di questo siparietto al calor bianco, che testualmente riportiamo, andato in onda sulle rispettive bacheche Facebook. L’argomento della discussione a distanza è il crollo dell’amministrazione di Isernia, targata centrosinistra.

Questo, Leva: “Il precedente segretario regionale del Pd ha impiegato molti anni per costruire un’alleanza credibile che portasse il centro-sinistra alla guida della città di Isernia. Mentre, l’attuale segretario regionale solo qualche mese per distruggere tutto.  Nella gestione di questa crisi è mancata una direzione politica, una visione complessiva. Per mesi il segretario regionale ha alimentato, ha assecondato i dissidenti, pur di non perdere qualche consenso in assemblea regionale, senza però, poi, essere capace di ricondurre il tutto ad una sintesi unitaria. E il giorno dopo il disastro ho atteso invano qualche parola ma ho trovato solo considerazioni sulla bellissima festa dell’uva del suo comune”.

Questa, Fanelli: “Per scongiurare la crisi al comune di Isernia, abbiamo lavorato in precedenza e in questi giorni molto. Tutte le parti del Pd e il Presidente della Regione, non certo in un momento facile. Per provare a far rispettare il mandato elettorale fino in fondo. Ma non e’ stato purtroppo possibile. La crisi veniva da lontano. Ha motivazioni squisitamente locali e legate all’amministrazione comunale che, come spesso succede, si evidenziano col momento amministrativo fondamentale, quello dell’approvazione del bilancio. Ringrazio tutti quelli che si sono impegnati, in ogni ruolo, per il bene della città. Ora più che mai occorre rimboccarsi le maniche tutti insieme. Meno polemiche e più lavoro di squadra. Isernia è capoluogo di provincia, merita da parte di tutti rilevanza e considerazione sempre”.

Considerando che gli interlocutori, per li rami, ma molto per li rami, dovrebbero rappresentare gli eredi del Partito comunista da un lato e della Democrazia cristiana dall’altro, c’è da pensare che a Botteghe Oscure e Piazza del Gesù si stiano girando nelle tombe. Non tanto per quello che dicono, ma per come lo fanno. Quei due grandi partiti di cui lorsignori si proclamano oggi eredi, non solo erano organizzati e abituati a dibattere le questioni nelle sedi proprie ma, prima che organizzati, quei partiti disponevano di due virtù: la serietà e la dignità. Virtù, queste ultime, che sembrano non appartenere minimamente al PD in generale e a quello molisano in particolare. E’ un dato di fatto che qualsiasi cosa nauseabonda o ridicola, declinata in Molise sia ancor più maleodorante e grottesca.  Le risse provocate a Roma dallo spaccone di Firenze, descrivono chiaramente l’aria da golpe strisciante che tira a livello nazionale. Solo in un paese ridicolo come l’Italia poteva capitare che un ragazzotto dall’aria nemmeno troppo intelligente potesse diventare Capo del Governo senza sottoporsi ad alcun giudizio popolare. Sono bastate le primarie del PD (come se il PD rappresentasse l’intera nazione) e la complicità di Giorgio Napolitano, un golpista col loden, a regalare all’Italia questo personaggetto al servizio della grande finanza internazionale e di altri poteri forti. E’ bastato un turno di primarie per una riedizione alla Ridolini della marcia su Roma che consegnò l’Italia al Duce. Fateci caso, era più dignitosa la posa del Duce: petto in fuori, pancia in dentro e a passo marziale; quella di Renzi è un’andatura alla Verdone quando si gratta il “pacco”. Compiaciuta e piaciona, caratterizzata dall’incrocio in avanti della spalla sinistra col piede destro e viceversa e dalla rappresentazione, sulla faccia dell’interessato, di quel sorriso inebetito che hanno gli agrari quando hanno appena venduto il vitello.

 

Con queste premesse alla Ridolini, è chiaro che le scosse del PD nazionale producano ampie e ripetute fratture in periferia. Quello che a Roma è un sisma attutito dal bel mondo in cui sguazzano i neoragazzotti in abitino blu, con pantaloni rigorosamente a sigaretta, e le neoragazzotte bellocce in tallieur e chiappe perfettamente rassodate, in Molise diventa invece un cataclisma immane, dovendo fare i conti con quattro sbandati miracolati da un Dio che, evidentemente, ad ogni elezione parte per le vacanze. Lo diciamo col massimo rispetto per le persone e per i militanti del PD ma, a parte qualche rarissima eccezione, il partito che governa tutto il Molise, da Termoli a (fino a ieri) Isernia, passando per Campobasso e la Regione è un partito rancoroso e manicomiale senza regole, senza ruoli, senza leader, senza progetti, senza prospettive, senza una idea di futuro e, al punto in cui è giunto, soprattutto senza un grammo di dignità.

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