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mercoledì, Maggio 1, 2024

Dragaggio del porto di Termoli, documento unitario degli operatori per far partire gli interventi

AttualitàDragaggio del porto di Termoli, documento unitario degli operatori per far partire gli interventi

Il punto più critico si trova all’imboccatura del porto dove è ben visibile la secca che si è creata nel tempo. Secondo gli operatori si tratta di una situazione da non sottovalutare che per ora si affronta grazie all’esperienza e alle manovre degli armatori. Sabbia e detriti vanno spostati per dare respiro a uno scalo dalle grandi potenzialità. Ora dopo tanti anni di attesa i fondi necessari per il dragaggio del porto di Termoli sono stati individuati ma – sostengono i pescatori e gli altri addetti del settore – bisogna completare le procedure in tempi brevissimi.

”Dal’ultimo incontro avuto in Regione l’anno scorso tra l’autorità marittima cluster del porto di Termoli – ha spiegato Antonio Fusco, agente marittimo – è stata individuata la disponibilità dei fondi, per quasi quattro milioni di euro. Bisognava, però, aspettare le analisi dell’Arpa per quanto concerne poi lo smaltimento o il riciclo di fanghi di escavazione. Un problema – ha aggiunto – discusso anche a livello nazionale, i tempi sono lunghi e i Ministeri competenti cercano di trovare delle procedure che possono facilitare gli interventi e risolvere questo problema addirittura attraverso il riuso di questi fanghi attraverso la realizzazione di vasche di colmata evitando di buttarli in mare o soluzioni alternative e costose. È urgente intervenire e bonifica l’ingresso del porto dopodiché si potrà pensare anche al bacino portuale”.
Ma quali sono i limiti e i rischi che questa condizione pone? ”Attualmente – ha osservato Fusco – siamo in sicurezza e non ci sono limiti. Ma in vista del prossimo inverno e quindi con le mareggiate di quella stagione probabilmente la secca che si è creata all’imboccatura subirà un’altra variazione negativa e la situazione potrebbe essere completamente compromessa».
Lo scopo che la comunità marittima e gli operatori si propongono è dunque ”quello di valorizzare il lavoro svolto quale modello di efficienza da esportare, al punto di voler realizzare d’intesa con la Regione Molise e la struttura amministrativa dell’assessorato ai Lavori Pubblici, un protocollo che possa essere utilizzato a livello nazionale e che possa fungere da esempio virtuoso quale metodo efficace da seguire per affrontare una delle più annose criticità che affliggono la portualità italiana e in particolare quella adriatica: ‘i dragaggi’, da cui dipendono la crescita e il consolidamento delle attività economiche e marittime, della pesca, del commercio e del turismo nautico delle città costiere ma anche dell’Italia tutta”.
Si punta a un preciso cronoprogramma per avviare l’opera di dragaggio. Domenico Guidotti, presidente di Federcoopesca ha evidenziato un aspetto significativo: ”Non era mai successo che tutti gli operatori portuali dagli armatori della pesca a operatori marittimi vari comparto avessero sottoscritto questo documento.

Siamo felici che la regione ha trovato i fondi però adesso chiediamo un cronoprogamma e in virtù di questo chiediamo workshop dove poter parlare operatori portuali e trovare precisi crono programma perché questa è diventata un’esigenza fondamentale”.

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