La visita, a Campobasso, del sottosegretario all’Istruzione, Davide Faraone, ha lasciato uno strascico di polemiche. La sua presenza, legata alla presentazione della riforma della scuola del governo Renzi, è stata organizzata dalla segreteria regionale del Partito democratico, finito nel mirino delle polemiche.
Ad innescare la miccia, l’episodio che si è verificato nel corso del dibattito. Una insegnante, a nome di altri colleghi, aveva appena cominciato a leggere una nota, estremamente critica nei confronti del governo e della riforma, quando è stata bloccata dagli organizzatori, con il pretesto del poco tempo a disposizione. «L’incontro con Faraone ci ha lasciati amareggiati – ha commentato, in un comunicato stampa l’Unione degli studenti del Molise – Ci ha deluso notare la fretta con cui bisognava svolgere gli interventi che non ha permesso ad alcuni di esprimere ciò che pensavano».
Anche il sindaco di Roccavivara, Domenico Di Lisa, presente all’iniziativa, ha criticato gli organizzatori, che ha parlato di regime strisciante.
Dunque nessun confronto, un incontro sterile, secondo molti, che non è riuscito a sciogliere i tanti nodi e i dubbi che circondano la riforma Buona Scuola.
Le risorse: secondo L’unione degli studenti, si tratta di un investimento momentaneo e non un impegno stabile da parte dello Stato a garantire il finanziamento dell’istruzione. «Quindi non vediamo alcun cambiamento rispetto al passato», hanno denunciato gli studenti.
Ma a scagliarsi contro la riforma è anche la Cgil:
Questione precari: le stabilizzazioni passano da 148 a 100mila – ha ricordato il sindacato – mentre si addensano nubi scurissime sui tempi e sull’espulsione del mondo del lavoro di decine di migliaia di precari di seconda e terza fascia che rischiano di non lavorare mai più.
Il ruolo dei dirigenti scolastici: diventano super dirigenti – ha aggiunto la Cgil – perché predispongono l’offerta formativa, scelgono i docenti considerati consoni alle proprie scuole e quelli ritenuti meritevoli.
La Cgil ha già annunciato la mobilitazione qualora il governo dovesse procedere senza ascoltare le parti sociali. Lo stesso farà anche l’Unione degli studenti, che è pronta ad opporsi ad un provvedimento che – ha denunciato – porta avanti una scuola autoritaria, che allena al precariato e non migliora le condizioni degli studenti».




