Una musica che le generazioni più avanti con gli anni portano nel cuore. Non solo il Teco Vorrei, ma anche le note dolci e melodiose del Settenario.
E’ uno dei riti più cari ai campobassani, ma purtroppo ancora poco conosciuto, perché a differenza della processione del venerdì Santo, che attraversa le strade principali della città, il Settenario, si chiama così perché dura sette sere, viene eseguito in chiesa a Santa Maria della Croce. Ai più anziani è noto anche con il nome popolare Zucheta Zù, la cui origine ha chiaro il riferimento al contrappunto tra orchestra e cantori, tra coro e melodia. Un ritmo cadenzato, che nella mente si trasforma in questo ricordo onomatopeico: Zucheta Zù.
Musica e testo sono di Michele de Nigris, autore anche dell’Inno all’Addolorata, il Teco Vorrei della processione che viene eseguito a chiusura del Settenario. Nel 1890 la prima rappresentazione avvenne nella Cattedrale, poi il Settenario si è spostato a Santa Maria della Croce. La melodia portante, O di Gerico beata, racconta in sostanza la storia e la vita della Madonna, dall’annunciazione, al Golgota.
Il soprano Maria Grazia Lombardi e il baritono Rosario Presutti sono i solisti della rappresentazione, diretta dal maestro Antonio Colasurdo, che da qualche anno dirige anche il coro del venerdì santo.
Stasera, a Santa Maria, il concerto di chiusura. Il rito prelude alla domenica delle Palme e apre la settimana di passione che culminerà a Campobasso con l’imponente e struggente processione che accompagna il Cristo Morto.


