di TONINO DANESE
Il progetto Ada, assistenza domiciliare Alzheimer è stato creato il primo febbraio del 2006. Operativo su tutta la regione, per un centinaio di famiglie. Obiettivo: aiutare chi ha in casa malati di Alzheimer e ha scelto di assisterli, perché non è facile gestire la quotidianità per chi vive questa situazione, così da incentivare le cure domiciliari.
Ma con il nuovo anno, come ci è stato confermato, l’Asrem ha comunicato l’immediata sospensione del progetto Ada. Una doccia gelata per chi ha contato per 9 anni sulle 8 ore settimanali di assistenza, un valido aiuto per le famiglie e per i malati; un’assistenza psicologica e sociale. Circa 30mila euro al mese per assicurare il servizio che, sostengono in una nota alcuni familiari, ha anche favorito gli enti preposti alla cura dei pazienti, esonerandoli dalla creazione di strutture adeguate per ricovero e mantenimento, i cui costi sarebbero più alti. Ed è proprio dal bisogno di limitare le spese, che il progetto è nato. Ora appare paradossale che il taglio dei fondi possa essere dettato da logiche di spending review. Progetto che si basa su una sorta di mutuo soccorso. Un patto, dicono ancora, che adesso viene meno perché a tirarsi indietro è chi deve sostenere le famiglie dei malati di Alzheimer senza offrire alternative. Famiglie che ora vogliono spiegazioni dall’assessorato regionale alla sanità, da Frattura e se necessario, sono disposte a manifestare il proprio dissenso davanti alla Regione.
E nel Molise delle emergenze, delle tante aziende in crisi, si aggiunge un’altra situazione di disagio. Nello stesso Molise in cui Papa Francesco ha parlato di solidarietà, di disponibilità verso chi soffre, di patto per il lavoro; parole condivise da tutti, istituzioni in primis, ma che nei fatti, a quanto sembra, non trovano un riscontro. E non è una giustificazione dire non ci sono fondi a sufficienza. Chi amministra, chi governa, ha il dovere di garantire servizi sociali e di assistenza e di tagliare ben altro
