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sabato, Aprile 27, 2024

Molise nel mirino dei petrolieri, i Movimenti per l’Acqua lanciano l’appello: “Fermiamo l’assedio”

AttualitàMolise nel mirino dei petrolieri, i Movimenti per l'Acqua lanciano l'appello: "Fermiamo l'assedio"

di FABRIZIO OCCHIONERO

<<Gran parte del territorio molisano (due terzi) è nel mirino delle multinazionali petrolifere e i tre principali centri della regione, Campobasso, Isernia e Termoli, case, strade e piazze compresi, ricadono addirittura in concessioni o istanze di concessione. Gran parte del mare antistante la regione è sottoposto a richieste per estrazione o ricerca di idrocarburi>>.

Sono questi i numeri contenuti nel dossier redatto da Augusto De Sanctis del Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua a partire dai dati ufficiali dell’Unmig del Ministero dello Sviluppo Economico e presentato a Termoli e a Roccavivara.

<<Per quanto riguarda la terraferma – spiega De Sancris – quasi il 28% del territorio regionale è stato già dato in concessione. Quatto delle sette concessioni di coltivazione risultano produttive. Nel 2013 sono stati estratti dal sottosuolo regionale poco più di 50 milioni di Smc di gas (l’1% della produzione nazionale, in calo rispetto agli anni precedenti) e quantità molto limitate di olio e gasolina. Da questa attività estrattiva il Molise ha ottenuto meno di 1 milione di euro di royalty, di cui 49.000 euro al comune di Rotello. Agli enti locali vanno le briciole>>.

Oltre alle concessioni già esistenti il Molise <<è interessato da numerosi altri progetti di ricerca, tra permessi già accordati (5) e istanze ancora da valutare (4). Considerando anche queste aree la percentuale di territorio molisano interessata da progetti petroliferi sale al 65%, comprendendo al loro interno i tre centri urbani principali della regione! Alcuni di questi procedimenti riguardano aree immense, come il permesso Santa Croce che comprende Cambobasso e che risulta esteso per ben 64.000 ettari. Per quanto riguarda le attività in mare vi sono 4 procedimenti che interessano 180.000 ettari di superficie, con 4 piattaforme già installate relative al progetto Rospo Mare>>

E ancora <<La conversione in legge del Decreto Sblocca Italia, che noi preferiamo chiamare “Sporca Italia”, esacerba per il Molise il rischio di una vera e propria deriva petrolifera, con pozzi tra oliveti e vigneti e nelle aree interne della regione, zone ad elevatissimo valore naturalistico e paesaggistico oppure densamente abitate. I rischi connessi alle attività di ricerca ed estrazione di idrocarburi sono enormi. L’acqua è una delle matrici ambientali più colpite dalle attività petrolifere. In un momento di cambiamenti climatici è da irresponsabili aggiungere ulteriori pressioni antropiche che incidono sulla sua qualità e disponibilità>>.

<<Diverse regioni – conclude De Sanctis – come Lombardia, Abruzzo, Puglia e Marche hanno annunciato la propria volontà di ricorrere alla Consulta. Auspichiamo che la Regione Molise si schieri nel fronte anti-trivelle tenendo conto che la legge è stata pubblicata in Gazzetta ufficiale il 12 novembre e i termini per depositare il ricorso sono 60 giorni da quella data. Chiediamo ai cittadini di informarsi e di mobilitarsi con noi in questa campagna strategica non solo per l’ambiente ma per la salvaguardia della salute e di un’economia diffusa diversa da quella concentrata in poche mani che le multinazionali del petrolio vorrebbero imporci.


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