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sabato, Aprile 20, 2024

Santa Croce di Magliano, nasce il comitato no Hub Molise “questa non è accoglienza”

EvidenzaSanta Croce di Magliano, nasce il comitato no Hub Molise "questa non è accoglienza"

Michele Mignogna

Come sempre accade in questi ultimi anni in Molise, c’è chi decide per tutti i cittadini, le Istituzioni molisane sono talmente autoreferenziali, talmente spocchiose, talmente saccenti che sempre più spesso, decidono interventi, azioni e percorsi da soli, nelle loro comode e calde stanze campobassane, passando sulla testa di migliaia di cittadini, che vivono in un territorio, lo curano, lo mantengono, cercano di preservarlo, ma niente, in Molise chi comanda fa legge. La storia che raccontiamo, ha la stessa matrice di tante altre, in un ufficio appunto, un Prefetto, un Vice Presidente della Regione (di Alì Babà) Molise, qualche sindaco con ambizioni non meglio identificate, stanno decidendo in questi giorni di piazzare a San Giuliano di Puglia, paese simbolo del terremoto molisano, poco meno di mille abitanti, nell’ex villaggio provvisorio a essere precisi, un Hub, un centro di smistamento per rifugiati e richiedenti asilo, che arrivano dall’Africa. Una roba che richiama, almeno nella forma, i famigerati campi di concentramento di storica memoria, un centro in cui arriveranno almeno cinquecento immigrati, ma conoscendo benissimo i polli molisani, possiamo star certi che ne arriveranno molti di più, in sostanza una seconda Lampedusa. C’è chi però a tutto questo non ci sta, e sono i gruppi consiliari di minoranza del comune di Santa Croce di Magliano, che hanno deciso di mettersi insieme e fondare un comitato per dire no all’ennesimo campo di concentramento del ventesimo secolo. In una conferenza stampa, sentita e partecipata dai cittadini, Giovanni Gianfelice, Antonio Petruccelli, Vincenzo Rosati e Antonio Martino, hanno iniziato ad informare i cittadini del territorio su quello che, altri, stanno decidendo per loro. “Non è razzismo, e su questo siamo categorici – dicono quasi all’unisono i quattro consiglieri – non accettiamo nessuna strumentalizzazione in questo senso, semplicemente sosteniamo e diciamo che non è questo il modo di fare accoglienza, se davvero si vuole accogliere chi è in difficoltà come i tanti che scappano da guerre, fame e devastazioni, almeno si facciano scelte consone al territorio – dicono i quattro – vogliamo che le amministrazioni si attivino per un progetto SPRAR, che funzioni e dia risposte in questo senso”.

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