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martedì, Aprile 23, 2024

Rapporto Svimez conferma: Molise nel baratro. Rischio desertificazione. Le pesanti responsabilità del governo Frattura

AttualitàRapporto Svimez conferma: Molise nel baratro. Rischio desertificazione. Le pesanti responsabilità del governo Frattura

di GIOVANNI MINICOZZI

In mancanza di una netta inversione di rotta il Molise rischia di scomparire e non solo a livello istituzionale.

E’ questa la previsione perentoria scritta nell’ultimo rapporto presentati a Roma dall’Associazione per lo Sviluppo dell’Industria nel Mezzogiorno (Svimez).

La desertificazione umana e produttiva della nostra regione, secondo lo Svimez, è un dato di fatto stando all’incremento negativo di tutti gli indici economici e produttivi che sono stati registrati nel 2013 rispetto all’anno precedente.

Nel Molise il Pil è calato del 3,2%, con una quota pro capite al di sotto dei 20mila euro e con un indice di un quarto inferiore alla media nazionale. E’ calato il livello demografico, ormai siamo 314.700 residenti e le esportazioni sono crollate del 10% .

Nel 2013, inoltre, si sono persi 7200 posti di lavoro (-7,7% ) e gli occupati sono passati dai 107mila circa del 2012 ai 99.500 del 2013. La disoccupazione giovanile sfiora il 50% mentre il tasso generale è pari al 27,5%.

E’ cresciuto il numero delle ore di cassa integrazione ordinaria e in deroga e soprattutto è cresciuto il numero delle famiglie povere che non riescono più a pagare il fitto, le bollette e neanche a nutrirsi decentemente.

Rappresentano il 22% del totale senza considerare che 14 famiglie su 100 guadagnano meno di 12mila euro l’anno ed il 3,2% vive con meno di 500 euro al mese.

Metà dei nuclei è monoreddito e l‘8,7% di essi ha 3 o più familiari a carico.

Siamo di fronte, dunque a due grandi emergenze: quella sociale, con il crollo del Pil e, di conseguenza dell’occupazione, e quella produttiva, con il rischio di desertificazione industriale ed umana del Molise.

I giovani, ma anche chi giovane non lo è più, sono costretti a cercare fortuna all’estero, Irlanda ed Inghilterra prima di tutto.

Nel 2013 sono stati ben 4.593 gli occupati residenti nel Molise che hanno scelto (o meglio sono stati costretti) di lavorare al centro nord e nei Paesi stranieri.

Il 32% degli emigrati possiede almeno una laurea.

Dunque dal Molise ripartono i bastimenti, oggi sostituiti con treni super veloci ed aerei, per trasportare braccia e cervelli lontano dalla loro terra e dai loro affetti più cari.

Un rapporto, quello dello Svimez, che inchioda l’intera classe dirigente ed in particolare quella politica alle sue pesanti responsabilità.

«Sono dati non allarmanti ma drammatici su cui abbiamo l’onere imprescindibile di tentare una inversione di tendenza per evitare una pericolosa deriva sociale», ha commentato l’onorevole Laura Venittelli.

Sono dati, aggiungiamo noi, vissuti sulla propria pelle dai molisani e nessuno ha ascoltato le poche voci libere di alcuni organi di informazione che li hanno elencati quotidianamente.

Anzi, il potere politico prevalente ha insultato e perfino querelato coloro che hanno informato correttamente i molisani sulla mancanza di strategia e sulla incapacità di proporre un progetto adeguato a fronteggiare le tante emergenze da parte del governo regionale guidato da Paolo Frattura.

Dunque, ancora una volta, ha avuto ragione chi ha lanciato l’allarme e non chi ha riportato sulla stampa veline patinate per dire che tutto andava bene.

Ora i politici nostrani chiedano scusa ai molisani, si vergognino e vadano a casa.

 

 

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