Un volo verso il cielo di tre colombe bianche che idealmente avevano i nomi della piccola Layla, di Nicola e Maria. Le vittime di una strage che in un attimo ha spazzato via la vita di una nipotina di pochi mesi, di un padre e di una nonna.
Troppo schiacciante il peso di un dolore impossibile da sopportare. Talmente grande e inspiegabile da rendere necessario il ricorso a una canzone di Vasco Rossi.
Una storia che un senso non ce l’ha, anche se l’arcivescovo di Campobasso ha provato a dargliene uno durante l’omelia della cerimonia funebre che si è svolta in una chiesa troppo piccola per contenere tutti.
Le tre bare hanno attraversato la folla arrivata in via San Giovanni da ogni dove. I colleghi di Nicola Daniele, autisti della Seac, hanno sospeso i turni per essere presenti. Anche loro soppressi da una commozione difficile da contenere.
La chiesa di San Pietro ha accolto i tre feretri, benedetti all’arrivo da Bregantini. Poi la messa, la moglie di Daniele, sopravvissuta allo schianto insieme alla figlioletta più grande di sei anni, sorretta a fatica dalla famiglia. In una maledetta sera, sulla fondovalle del Biferno, le è stata strappata via la madre, Maria Perfetto, la figlioletta Layla di un anno e mezzo e il marito, Nicola Daniele. In questo drammatico pomeriggio li ha avuti di nuovo tutti e tre davanti agli occhi.
Straziante l’uscita delle tre bare, tra l’applauso della folla e il lancio dei palloncini e quella melodia di Vasco Rossi a fare da sottofondo come una nenia.
Nessuno, oggi, ha saputo dare un senso a questa storia, salutando per l’ultima volta, Maria, Nicola e Layla