di SERGIO DI VINCENZO Il museo di Pietrabbondante era stato anche inaugurato un paio di anni fa. Ma non è stato mai aperto, nonostante i 4 milioni di euro spesi. Né sono previste novità nel breve periodo: la ditta appaltatrice dei lavori del secondo lotto ha infatti rescisso il contratto, poiché sarebbe stata incaricata di effettuare interventi non previsti, ossia la sistemazione di una parte di terreno adiacente la struttura, scivolato a valle. Fatto sta che il contenzioso tra il Comune e l’impresa è finito in tribunale e probabilmente bisognerà aspettare ancora molto tempo prima di trovare una soluzione. Ad accendere i riflettori su questa vicenda ci ha pensato la Stampa.it. Il giornale telematico parla in maniera entusiastica della storia dei Sanniti e di Pietrabbondante, degli scavi archeologici e delle continue scoperte, come le monete rinvenute l’anno scorso o la statuetta bronzea di Minerva, esposta anche a Salonicco un paio di anni fa. Ma quel museo mai nato, si legge nel titolo dell’articolo, oscura la magia di questo sito. Il più sconsolato di tutti è il professor Adriano La Regina, responsabile degli scavi. Perché, al di là del contenzioso, a suo avviso si corre il rischio che il museo non sia idoneo a contenere alcuni reperti. Mancherebbero inoltre gli spazi per alcuni servizi ritenuti essenziali. “Questo era il santuario nazionale di tutti i Sanniti, il centro religioso più importante d’Italia – ha commentato La Regina -. I reperti dovrebbero essere esposti nel museo, invece si trovano in un deposito”. Anche il sindaco del paese, Giovanni Tesone, è del parere che “la struttura poteva essere pensata diversamente e in un luogo diverso”, ma quando si è insediato “il progetto era già in fase esecutiva e finanziato. Metterlo in discussione – ha concluso – avrebbe significato rischiare di perdere i fondi”.
Pietrabbondante: spesi quattro milioni per il museo, ma è ancora chiuso
