Le immagini pubblicate sul sito web dell’Eco dell’Altomolise mostrano abbastanza chiaramente ciò che resta del caccia che si è schiantato nei boschi di Carovilli. Solo un cumulo di rottami. Ma proprio lì in mezzo probabilmente è stata recuperata la scatola nera che chiarirà una volta per tutte le cause dell’incidente. L’inchiesta della commissione nominata dall’Aeronautica militare per ora si muove su due direttrici: da un lato si valuta l’idea del cambio di rotta e di un volo a bassa quota non previsto, effettuato da un pilota, Francesco Sferra, originario proprio di Carovilli; dall’altro si prende in considerazione l’ipotesi di un’avaria al motore. Sferra, considerato pilota esperto, rendendosi conto che stava per perdere il controllo del caccia, avrebbe effettuato una manovra per fare in modo che l’Amx cadesse lontano dal centro abitato. Questa supposizione è avvalorata dal fatto che il giovane capitano dell’Aeronautica ha avuto tutto il tempo per azionare il dispositivo che espelle il seggiolino e consentire al paracadute di aprirsi. Ma non solo: il capitano ha riportato anche delle ustioni. Ciò significa che probabilmente l’aereo stava già prendendo fuoco. Ma queste, come detto, sono soltanto ipotesi. Sarà la scatola nera a chiarire tutti i dubbi sulle cause dell’incidente e sulla rotta del caccia che, partito dall’aeroporto militare di Pratica di Mare, era diretto a Treviso. Intanto il pilota originario dell’Alto Molise, dopo un primo ricovero al Veneziale di Isernia, è stato trasferito in un ospedale di Roma. Le sue condizioni di salute sono buone, come detto ha riportato solo lievi ustioni. Almeno per ora non ha rilasciato dichiarazioni. Nelle prossime ore sarà ascoltato dai componenti della commissione d’inchiesta. In attesa della conclusione delle indagini, tutta l’area interessata dall’incidente resta posta sotto sequestro.
Caccia militare si schianta a Carovilli, le ipotesi investigative
