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giovedì, Marzo 28, 2024

Molise Acque, sul Collegio dei Revisori tutti sapevano ecco la corrispondenza del C.d.A

AperturaMolise Acque, sul Collegio dei Revisori tutti sapevano ecco la corrispondenza del C.d.A

Michele Mignogna

Nessuno e a nessun livello in questi giorni ha proferito parola rispetto alla situazione di grave irregolarità che si sta verificando a Molise Acque, l’ente regionale per la gestione delle risorse idriche. Cosi mentre il basso Molise continua a bere acqua di fogna, nei “piani alti” dell’ente si consumano raid e vendette dove tutti sono immischiati e ognuno, in base alle sue responsabilità ha le sue colpe. Il Consiglio di Amministrazione dell’ente sa che si continua a operare nell’illegalità ma nessuno muove un dito, ecco la corrispondenza che accerta tutto questo. “Carte” più o meno riservate che evidenziano un sistema di controllo politico su uno degli enti più importanti della Regione Molise, e spunta anche una fuga di notizie molto particolare.

Andiamo con ordine, abbiamo già scritto come in base alla legge regionale  n°16 del 2002, fatta dai politici molisani e non sirianiil collegio sindacale di Molise Acque è illegittimo, non è stato rinominato dopo la seconda elezione di Paolo Frattura e non è stato prorogato, perchè questa norma, evidentemente non lo permette. A questo punto anche l’ex Direttore  Generale, Giorgio Marone, si scopre ligio al dovere e cosi subito dopo la nomina del nuovo Consiglio di Amministrazione, prende carta e penna e inizia a segnalare l’anomalia al Presidente, l’avvocato Piero Neri, il quale, oltre a svolgere oggi le funzioni di Direttore Generale, altra anomalia che vedremo successivamente, inoltra la lettera di Marone direttamente al Presidente Frattura, il 21 marzo del 2014, mentre il collegio continua a chiedere carte agli uffici, e occuparsi dei conti dell’ente, lautamente retribuiti e senza averne diritto, ma da allora la situazione non cambia almeno fino a quando nasce una “diatriba” tra uno dei consiglieri di amministrazione, Gian Piero Cesario, astro nascente del comunismo molisano, molto vicino al consigliere comunista, Salvatore Ciocca, acerrimo nemico dell’ex direttore generale, che grazie al suo impegno (di Ciocca n.d.r) viene letteralmente estromesso dall’ente. In questa corrispondenza Giorgio Marone fa presente più volte all’intero CdA che i revisori dei conti occupano illegittimamente quel posto, bocciando di fatto, una relazione dello stesso collegio sull’attuazione di una delibera di giunta regionale, sottolineando, se ancora ce ne fosse bisogno che quell’organo è illegittimo per cui i suoi atti sono illegittimi, ricordando al giovane comunista che le funzioni del consigliere di amministrazione sono puramente di carattere “programmatorio” e non “gestionale”. Il giovane consigliere non contento risponde al direttore, ” In merito alla sua nota – risponde il 26 marzo scorso Cesario a Marone – devo evidenziare che la decadenza di un organo non può essere autonomamente determinata da questa azienda. Pertanto quanto da lei assunto, e cioè che l’atto sindacale è nullo, è una sua considerazione”, non solo sempre in questa lettera in nostro possesso, il consigliere accusa Marone di volersi sottrarre alla “consegna” di alcuni documenti chiesti da collegio sindacale. Ora sappiamo bene come funzionano queste cose, sappiamo bene come vengono fatte le nomine in questa Regione, ma non vorremmo essere noi a dover ricordare a Gian Piero Cesario, che se una legge regionale stabilisce certe cose, queste cose vanno applicateè una scusa il fatto che, come scrive Cesario “in attesa che la Regione determini su tale aspetto, il collegio è e resta un organo dell’azienda”, assolutamente falso, una legge ha dichiarato decaduto tale organo, e tutto ciò che questo organo fa nell’illegittimità è nullo, cosi come nulli sono gli atti dallo stesso prodotti, basta fare una ricerca in questo senso, e probabilmente potrebbe creare non pochi problemi a chi ha permesso tutto questo, per non far rispettare una legge. Basta poco, basta che il consiglio di amministrazione dica di non avvalersi di questo collegio perchè decaduto in base alla L.R. n° 16 del 2002. E infatti il 28 marzo, due giorni dopo questa lettera, l’ex DG Marone risponde a Cesario “la decadenza dell’organo è stabilita ex lege, cosi come la nullità degli atti di un organo decaduto è stabilita ex lege”, un pò quello che abbiamo scritto noi insomma, ma andiamo avanti, Marone nella sua lettera di risposta scende anche nei particolari sottolineando anche che con ogni probabilità, il CdA non è scevro da colpe. “La nullità degli atti – scrive Marone – è rilevabile d’ufficio (e un buon amministratore deve saperlo ndr), la nullità degli atti determina la loro ineluttabile inefficacia e insanabilità, la nullità non si prescrive, la nullità ha natura dichiarativa e non costitutiva, la nullità colpisce anche i diritti di terzi, la nullità non prevede alcun istituto di convalida”. Insomma stando a quello riportato in questa corrispondenza, questo comportamento potrebbe avere anche conseguenze diverse da quelle amministrative. Non contento, il consigliere comunista (i comunisti sono cosi insomma, devono avere sempre l’ultima parola) risponde nuovamente a Marone, scrivendo tra le altere cose che “al di là delle Sue (di Marone ndr) interpretazioni circa le mie parole in merito alla vicenda del Collegio Sindacale, ritengo che lo stesso sia organo vitale senza il quale un’Azienda come Molise Acque non potrebbe svolgere la sua ordinaria e straordinaria amministrazione. Per cui – continua la lettera di Cesario – al di là della normativa applicabile, pur non essendo io un giurista, mi limito a presumere che il collegio sia in regime di prorogazio in attesa del perfezionamento di una nuova nomina da parte della Regione”. Altro errore, anzi due, il primo è che un amministratore pur non essendo un “giurista” non deve presumere, deve sapere, e se non sa deve imparare, piccola e semplice regola umana, il secondo errore è forse più grave, ovvero, la famosa legge n°16 del 2002, non prevede la proroga, non è scritto da nessuna parte, basta leggerla la legge, quindi il collegio è illegittimo, nonostante la difesa d’ufficio di Cesario, e il problema più grande è che continua a operare nell’illegalità senza che nessuno fiati. Perchè? A chi giova tutto questo? Come mai lo stidio Digati ha rapporti con i due “rami” della politica, destra e sinistra, anche se ormai non ha nessun senso fare questa distinzione? E soprattutto come mai una difesa cosi accalorata da parte di un consigliere che, per estrazione politica dovrebbe perseguire la legalità anzichè agevolare, di fatto, una situazione tanto illegittima quanto assurda?

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