12.6 C
Campobasso
mercoledì, Aprile 24, 2024

Dopo il voto, la “candidatura di scambio”. Tra Campobasso e Termoli, la vergogna dei falsi candidati

AperturaDopo il voto, la “candidatura di scambio”. Tra Campobasso e Termoli, la vergogna dei falsi candidati

di PASQUALE DI BELLO

Tra Campobasso e Termoli sono oltre 80 i candidati che conseguono zero voti, cioè nemmeno il proprio. Candidature inesistenti, inventate di sana pianta, una delle tante degenerazioni della politica sulla quale andrebbe fatta piena luce evidenziando giochi e ragioni che stanno alla base delle “candiature di scambio”

Tra le tante di cui potremmo parlare, c’è una vergogna elettorale che più di altre ci interessa segnalare all’attenzione dei lettori: quella dei numeri zero. Chi sono i numeri zero è presto detto, sono tutti quei candidati che non hanno riscontrato nemmeno un voto di preferenza, compreso quello che avrebbero potuto ricevere da se stessi se solo avessero voluto compiere un gesto di autostima basale.  Fermandoci ai soli comuni di Campobasso e Termoli, i numeri zero sono 81 sparsi in quasi tutte le formazioni politiche. Se poi andiamo a calcolare i numeri uno, cioè coloro che presi da una resipiscenza di pudore almeno hanno votato se stessi, dobbiamo aggiungere altri 31 campioni del consenso castrato. Complessivamente, la cifra sfiora il 10% delle candidature totali, un dato che ci da la misura della vergogna. A fare eccezione in questo triste primato, sono davvero poche formazioni politiche: a Campobasso: Partito democratico e Movimento 5 Stelle; a Termoli: Movimento 5 stelle, Lista civica per Termoli, Liberatermoli, Popolari per Termoli e Termoli giovane. Tralasciamo, in questo conteggio da voltastomaco, i numeri due, tre o quattro. La situazione, ve lo assicuriamo, si aggraverebbe notevolmente come ciascuno può verificare andando a visitare il sito dei comuni interessati o quello del Ministero dell’Interno.

E’, quella che ci siamo appena lasciati alle spalle, una democrazia della vergogna, una pratica invalsa da qualche anno e che porta alla compilazione di lenzuolate umane, contrabbandate per liste, prive di alcun senso civico e di rispetto per l’elettorato. Per restare ad un termine tanto in voga a e tanto abusato di recente, bisognerebbe comminare un DASPO a vita a chi organizza e a chi si presta a tali pagliacciate. Come per le manifestazioni sportive esiste un divieto di accedere alle manifestazioni sportive, bisognerebbe che venisse codificato un divieto di accedere alle manifestazioni elettorali, un divieto di candidatura a vita.

Ancora più interessante sarebbe andare a scavare sui perché, sulle misteriose ragioni che inducono da un lato un essere umano ad umiliarsi a tal punto da chiedere un potenziale voto ad altri e a non esprimerlo per se stesso e, dall’altro, a scoprire quali caporali e quali argomenti da caporali usano i mozzorecchi di partito per convincere tanta povera gente a candidarsi senza speranza e, peggio, senza onore. Ci troviamo, evidentemente, davanti ad un fenomeno che sta a metà tra il ricatto e la stupidità e che, per analogia con un’altra forma di reato, potremmo definire “candidatura di scambio”. Come per il voto, bisognerebbe che qualcuno cercasse di capire qual è lo scambio che sottende l’accettazione di tante candidature, le false promesse, le aspettative farlocche e i miraggi da minchioni messi in circolazione dai prestigiatori dell’urna. Come tanti maghi, i novelli Silvan della politica moltiplicano liste come se fosse ghiaino, questo nel totale spregio dell’elettorato attivo e passivo. La presa per i fondelli e duplice: la prima, perché si propongono agli elettori figure assolutamente inesistenti, assenti anche a se stesse; la seconda, perché si usano questi cristi schiodati come carne da cannone da mandare al macello.

Per il momento nessuno ha codificato la candidatura di scambio come fattispecie di reato ma noi questa storia l’abbiamo voluta scrivere lo stesso, perché se fa schifo comprare i voti fa altrettanto schifo comprare le candidature.

Ultime Notizie